Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nasce il Museo Darwin Dohrn Il grande racconto del mare

Diecimila reperti, carcasse, film, opere e laboratori Torna a nuova vita la Casina del Boschetto

- di Natascia Festa

Danovaro

Napoli si candida a essere la capitale del Mediterran­eo Arriveremo a Bagnoli

Darwin-Dohrn, due nomi destinati a stare insieme. Da oggi compaiono infatti sulla Casina del boschetto appena restaurata. Qui il Comune di Napoli e la Stazione Zoologica hanno presentato

ieri il percorso del nuovo Museo Darwin Dohrn pronto dopo l’estate.

Il DaDoM - così in base agli acronimi oggi accorsatis­simi - ha le sue radici nella relazione tra i due scienziati, raccontata anche dalle lettere custodite dall’istituzion­e di ricerca scientific­a in Villa Comunale. «...mi rallegro tanto per il successo della sua grande impresa napoletana — scrive Charles Darwin al collega -. E sono convinto che con ciò lei abbia reso un grande servizio alla scienza. Sarò fiero e contento di mandare alla sua biblioteca, quando lo riterrà opportuno, tutti i miei libri. Con i migliori auguri, mi ritenga il suo devotissim­o, Ch. Darwin».

Nel segno di questo sodalizio e come suo sviluppo contempora­neo il nascituro museo sarà un centro scientific­oculturale aperto al pubblico e dedicato alla divulgazio­ne della ricerca marina della Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia e Biotecnolo­gie

Marine. Mission: diffondere il verbo scientific­o sull’ambiente marino, nella prospettiv­a dell’evoluzione della vita sulla Terra e sensibiliz­zazione sulla mare come risorsa.

Lo spazio è un pezzo di cultura napoletana sin dalla sua genesi. Il progetto della Casina del boschetto, ex Circolo della Stampa, fu affidato nel 1948, su incarico dell’Associazio­ne Napoletana della Stampa, a Luigi Cosenza che, in collaboraz­ione con Marcello Canino, ne fece un esempio di architettu­ra moderna mediterran­ea, recuperand­o l’antico nucleo ottocentes­co. Di proprietà del Comune di Napoli, il villino era stato sottoposto a lavori con fondi Por 2000-2006 e dal Bilancio Comunale, poi interrotti da ricorsi e contenzios­i. È stato affidato, poi, nel 2015 alla Dohrn che ha investito (fondi ministero dell’Università e della Ricerca) oltre due milioni di euro più un terzo per l’allestimen­to. E lì dove si temevano i pesci tipografic­i (si chiamavano così i refusi sfuggiti al correttore di bozze) si ammirerà una della più grande collezioni di pesci.

Roberto Danovaro, presidente della Stazione zoologica Dohrn, ne ha anticipato il percorso, progettato da un gruppo coordinato da Ferdinando Boero e da Claudia Gili, con il supporto di Andrea Travaglini, Marco Signore ed Elisa Cenci. Sarà un viaggio negli oceani, dalle forme primordial­i di vita di oltre tre miliardi di anni fa alle varie ere fino ad oggi. Attraverso opere d’arte, sculture, reperti biologici storici - oltre 10mila di 3700 specie - i visitatori potranno apprendere i meccanismi che hanno portato alle attuali forme di vita in una vera «galleria della biodiversi­tà». Nella sala polifunzio­nale, sotto le grandi carcasse di una balenotter­a spiaggiata a Capri e di un capodoglio completato da sculture, mostre, convegni e seminari. E ancora: carte antiche del Golfo e le scoperte degli otre venti premi Nobel che hanno lavorato alla Dohrn e ricerche attuali aggiornate mese per mese; un laboratori­o didattico e nel giardino batiscafi visitabili con l’associazio­ne Mare Amico; sempre all’aperto film del Concorso internazio­nale sul cinema scientific­o.

Non solo percorso espositivo. Il Museo sarà sede del Cluster

Nazionale Blue Italian

Growth e della Fondazione Dohrn cui sarà affidata la gestione di guide, biglietter­ia e bookshop. «Napoli si candida a essere la capitale del mare, del Mediterran­eo, il nostro è centro di cultura diffuso che arriverà fino a Bagnoli» ha detto Danovaro mentre il sindaco Luigi de Magistris ha colto l’occasione per rispondere alle accuse di aver privatizza­to la Villa: «Come vedete resta pubblica ma si può coniugare con il privato, scoprendo una nuova alleanza per i beni comuni».

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In Villa Comunale
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Alcune immagini del restauro del villino. Sopra Luigi de Magistris e Roberto Danovaro

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