Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«I nostri animali hanno fame» Il circo chiede aiuto al Wwf

Il Niuman bloccato nel Casertano: da mesi senza spettacoli, c’è bisogno di cibo

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI

Non capita tutti i giorni che il Wwf lanci un appello per un circo. Il Panda, infatti, come del resto tutte le associazio­ni ambientali­ste che hanno a cuore la tutela della biodiversi­tà, è storicamen­te e motivatame­nte contrario all’utilizzo degli animali negli spettacoli.

Lo reputa innaturale, talvolta crudele, mortifican­te e diseducati­vo per chi assiste ad esso, in primis per i bambini. È, dunque, sicurament­e una notizia che l’associazio­ne ambientali­sta, in particolar­e il gruppo che gestisce a Caserta l’oasi nel bosco di San Silvestro, abbia lanciato un appello per il circo Henry Niuman, di proprietà della famiglia Intruglio,che da molti mesi ormai, a causa della pandemia, non effettua spettacoli e che da tre settimane è bloccato a Lusciano, in provincia di Caserta.

«Abbiamo raccolto la richiesta di aiuto – scrive Franco Paolella, referente del Wwf per San Silvestro – perché ci sono animali che rischiano di rimanere senza cibo. Non possiamo far finta che non esistano e lasciare che vadano incontro ad un brutto destino solo perché siamo giustament­e avversi agli spettacoli circensi che utilizzano gli animali. Chi può, in base alle proprie disponibil­ità, dia una mano». L’allarme riguarda cinque dromedari, quattro cavalli avelignesi, sei pony, tre lama, due zebre, due asini e dieci cani, otto dei quali di piccola taglia.

«La Coldiretti finora ci ha fornito il necessario per gli animali – racconta Ives Casu, uno dei circensi – ma ora è anch’essa in difficoltà. Gli erbivori necessitan­o con il caldo di frutta e verdura in aggiunta al foraggio. I nostri fornitori abituali non possono farci credito. Serve aiuto. Viviamo dei proventi dello spettacolo e con essi paghiamo nafta, luce, acqua, affitto ai privati che ci ospitano, assicurazi­oni, cibo e cure per gli animali. Le visite del veterinari­o, per esempio, la cura delle unghie e delle zampe, il rifaciment­o degli zoccoli».

Non se la passano bene, va da sé, anche gli uomini: trapezisti ed acrobati in generale, clown, illusionis­ti, giocolieri. «Prima del blocco – racconta Casu – eravamo una quarantina. La metà è andata via perché chi ha potuto si è messo a fare altro: autista di camion, operaio, muratore. Siamo qui in venti e siamo bloccati in attesa che qualcosa accada. Chi riesce, si arrangia a fare qualche lavoretto in giro, ma non basta. C’è chi ha preso 2400 euro di aiuti statali, ma divisi per un anno servono a poco, e chi neanche quelli. Il circo in sé non ha avuto soldi perché la vecchia licenza era sospesa e la nuova ha meno di tre anni».

Nel periodo di Natale, per provare a mettere insieme qualche soldo, i circensi si erano giocati la carta di uno spettacolo in streaming ed avevano chiesto agli spettatori virtuali di contribuir­e versando una cifra su un conto corrente che avevano indicato. Ad ottobre 2020, prima che scattasser­o le nuove chiusure, c’erano state alcune serate a Quarto. Prima ancora, in estate, sul litorale domizio. Prezzi da saldo perché, coronaviru­s a parte, il circo appare irrimediab­ilmente confinato ad una epoca che non c’è più.

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Zebre e dromedari Alcuni degli animali del circo Niuman che hanno bisogno di cibo

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