Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Viaggio tra i libri di Virginia Woolf

- Vincenza Alfano

Gli scrittori sono i libri che leggono. Detta così potrebbe sembrare un’ovvietà ma non lo è affatto. Spesso le verità più profonde navigano in superficie. Bisogna solo provare a riconoscer­le. Lo fa Stefano Manferlott­i con il grazioso libello La

biblioteca di Virginia Woolf (Langella Edizioni). Soltanto 16 pagine per tratteggia­re la biobibliog­rafia letteraria della Woolf, tra le più significat­ive scrittrici del Novecento. Consapevol­mente donna, non solo scrittrice, critico e saggista, ma soprattutt­o lettrice onnivora come sottolinea l’anglista. Nella sua ricognizio­ne il termine biobibliog­rafia acquista un’accezione più ampia a comprender­e non solo le opere prodotte ma anche quelle lette e assimilate, in qualche modo talora perfino riscritte, dalla Woolf. Manferlott­i sembra voler suggerire la strada di una metodologi­a interpreta­tiva: il racconto della vita di un autore e della sua ispirazion­e diventano possibili e giustifica­bili non solo attraverso i suoi libri ma anche con la ricostruzi­one delle sue letture. Lettrice fin da bambina, per merito di suo padre e dell’ampia biblioteca della casa paterna (sembrerebb­e un cliché comune a più scrittori), Virginia Woolf abiterà in seguito altre case e, di trasloco in trasloco, porterà ovunque con sé i suoi libri. Un gran privilegio poter nutrire così la propria vocazione alla scrittura leggendo. Quali erano i libri della biblioteca della Woolf? «Tutti». A dire di Manferlott­i che riconosce l’iperbole e ne rivendica con un certo orgoglio la paternità. E bisogna ammetterlo: i libri della Woolf erano davvero tanti. Antichi e moderni. Lawrence, Conrad, Joyce. I francesi Flaubert, Maupassant, Stendhal. Ma soprattutt­o i russi da Tolstoj a Dostoevski­j. Fino a Cechov, il più amato.

 ??  ?? La copertina del libro del volumetto di Stefano Manferlott­i
La copertina del libro del volumetto di Stefano Manferlott­i

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy