Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Con me cinque liste Pronta a collaborare con il governatore»
Con me in campo cinque liste. De Luca? pronta a collaborare con il governatore, anche perché il sindaco di Napoli ha il dovere di far innamorare tutti della sua città». Così Alessandra Clemente, candidata da sei mesi, al Corriere del Mezzogiorno.
Assessore Alessandra Clemente, sono sei mesi che è candidata a sindaco: può fare un primo bilancio?
«Mi rendo conto solo ora dei mesi trascorsi perché mi viene fatto notare. L’attività quotidiana come amministratrice assorbe gran parte del mio tempo e anzi aumenta ogni giorno di più per i tanti obiettivi che stiamo portando a termine. Sono contenta della squadra che mi supporta e cresce giorno dopo giorno».
Nel senso che al Comune la riconoscono di più?
«Riesco sicuramente ad essere maggiormente incisiva grazie anche alle nuove deleghe».
C’è chi l’accusa di averne troppe di deleghe, quasi da fare impallidire i super assessori degli anni Ottanta e Novanta.
«Di fronte a una sfida così complessa e di grandi responsabilità come quella di voler fare il sindaco di Napoli, gestire tante deleghe è un banco di prova, una gavetta. Quanto agli anni Ottanta e Novanta, va ricordato però che allora gli assessori erano molti di più. Oggi invece siamo solo 11 e tutti dobbiamo gestire molte più settori».
A che punto è con il suo programma elettorale?
«Mi sono molto concentrata sull’ascolto al fine di presentare ad agosto prossimo, quando poi inizierà la vera campagna elettorale, un programma quanto più inclusivo e partecipato».
Su cosa punterà per convincere i napoletani a votarla?
«Su fiducia, credibilità, sui giovani, sul fare quello che si dice, sull’essere presente. E soprattutto, provando a far tornare un clima sereno in città tra le diverse realtà sociali».
Ma quindi, se dovesse essere eletta, da sindaco collaborerebbe con De Luca e con la Regione Campania?
«Certo che sì. Il compito del sindaco di Napoli è anche di far amare, soprattutto ai non napoletani come De Luca, Napoli più di loro stessi».
Quante liste conta di fare?
«Al momento sono cinque i progetti di lista, tutti di natura civica. Compreso Dema, che è stata la mia prima esperienza».
Che idea si è fatta degli altri candidati? Finora siete ufficialmente in tre: lei, Bassolino e Rastrelli.
«Diventare sindaco di Napoli è un atto di amore totale. Occorre volerlo profondamente perché si tratta di fare scelte dure anche per la propria vita personale, occorre abnegazione totale. E in chi, come me, ha manifestato limpidamente e chiaramente questa scelta, riconosco un valore. Meno, invece, in chi è annunciato come candidato ma non lo dice».
A chi si riferisce?
«Sicuramente al magistrato Catello Maresca, persona di grande spessore che conobbi come avvocato in Tribunale e nelle mie battaglie in città per la legalità».
Il Pd, per dialogare con de Magistris, gli ha chiesto più volte che le facesse fare un passo indietro.
«Ogni forza politica ha il diritto di tracciare una propria linea politica a casa sua. Mi diverte da convinta democratica che il Pd napoletano mentre governa l’Italia con Forza Italia e Lega abbia difficoltà a dialogare con Dema. Oggi abbiamo fatto una scelta più che legittima: arrivare alla scadenza naturale di un mandato con un’idea chiara di un mandato per il futuro».
Non ha risposto però alla domanda sul Pd.
«Ma il Pd non è in alleanza con noi. Da quando sono consigliere comunale eletta, e poi assessore, in aula hanno sempre votato contro gli atti di programmazione per la città. Dal canto mio, peraltro, ho sempre vissuto la mia candidatura né come punto di arrivo, né come punto di chiusura. E soprattutto, mai come conflitto bensì una candidatura di apertura e di dialogo per un progetto ambizioso politico, civico e culturale per la città. D’altro canto, le incertezze e gli attendismi altrui non possono diventare attendismi ed incertezze di chi invece per lunghi anni ha dedicato completamente la propria vita alla città».
Non ha mai pensato quindi di ritirare la candidatura per togliere dall’imbarazzo il sindaco?
«Io credo che il sindaco sia orgoglioso e rivendichi questa scelta. Come io rivendico il coraggio che lui ha avuto ad aprire i ruoli di governo della città a giovani e, soprattutto, alle donne. E poi, scegliendo me, de Magistris non ha indicato solo me ma un’intera squadra».
C’è chi giudica molto negativamente l’esperienza de Magistris. Lei non rischia s di trasformarsi in parafulmine?
«No, affatto. Sono orgogliosa del mio percorso perché oggi posso parlare di cose che conosco per esperienza diretta e di poter dimostrare di aver fatto cose nell’ambito delle mie deleghe. E sono orgogliosa dell’idea di poter fare il sindaco, mi permetta, con le mani pulitissime conoscendo da dentro la macchina amministrativa».
Non avverte almeno in parte
l’esigenza di discontinuità?
«Devo fare tesoro e non tradire le cose buone che ci sono state. A viso aperto devo mettere le mani nei problemi, imparare dagli errori fatti e risolverli».
Cosa ha funzionato bene e cosa male?
«Sulla crescita della città in chiave culturale e turistica sono stati raggiunti risultati straordinari. Di contro, poiché la città la vivo e mi scoppia il cuore quando aspetto troppo la metro, sarò soddisfatta allorché gli stessi risultati si vedranno sul tema dei trasporti»
E pure dei rifiuti? Perché le strade sono sporche.
«Sto lavorando personalmente con Asìa ad un piano di assunzioni poiché sono anche assessore al personale. Ho voluto fortemente che nei progetti del Recovery plan ci fossero le risorse per quest’ambito. Non dimentichiamo che il Comune è in cerca di tremila lavoratori che mi piacerebbe poter assumere, tra cui gli spazzini».
Non teme di fare il sindaco di un Comune che non ha un euro in cassa?
«Leggo stupita che solo ora, chi si candida a governare la città, voglia preventivamente la certezza che si faccia una legge speciale che azzeri i debiti del Comune di Napoli. Magari, dico io. Sarebbe un po’ come dire ad un professore: faccio l’esame solo se mi metti 30 e lode. È assurdo».
Quindi lei non crede in una legge speciale per Napoli?
«L’abbiamo sempre chiesta, serve come il pane, ma ci credo poco che verrà fatta. Sarò però felicissima di essere smentita e di scusarmi per questa valutazione sbagliata. È comunque ovvio che una legge speciale servirebbe non solo a chiunque dovesse candidarsi a sindaco, perché si tratterebbe di una legge per i napoletani».
Al governatore
Il compito del sindaco di Napoli è anche quello di far amare, soprattutto ai non napoletani, la città più di loro stessi
I competitor
Bassolino e Rastrelli? Gli riconosco un valore: come me hanno manifestato limpidamente questa scelta