Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Michela Brambilla, ex ministro: a Napoli un gesto terribile

- Fabrizio Geremicca

nei confronti degli animali».

Lei è un’animalista di lungo corso. E’ cambiato e come il rapporto degli italiani con gli animali?

«Sì, e certamente in meglio. Gli episodi come quest’ultimo che si è verificato a Napoli sono ancora troppo frequenti e sono gravissimi, ma non devono impedirci di considerar­e il quadro complessiv­o».

E quale è?

«Ho fondato la mia prima associazio­ne animalista a 13 anni e penso di poter dire con certezza che, nel corso dei decenni, in Italia è cresciuto il rispetto verso gli esseri viventi diversi dall’uomo. Nel complesso oggi siamo un paese che ama gli animali e pretende che siano considerat­i nei loro diritti. Come, d’altronde, ben dimostra la reazione dei napoletani che hanno inveito contro quel delinquent­e che ha scaraventa­to il suo cane dal balcone ed hanno avvertito la polizia».

A cosa attribuisc­e questa evoluzione?

«Certamente le associazio­ni animaliste ed ambientali­ste hanno svolto una opera di sensibiliz­zazione molto importante. Credo che abbiano giocato un ruolo importante anche i media. Nei giornali ed in tv si parla di animali molto più che in passato, ci sono ormai rubriche specifiche ed anche i siti internet dei quotidiani dedicano spazio a notizie e filmati dedicati a questo tema. E’ importante perché aiuta a diffondere la conoscenza

In che modo?

«Oggi ormai pure la nonnina va in Rete e trova il filmato dell’allevament­o intensivo nel quale la scrofa non ha neanche lo spazio per girarsi verso i suoi cuccioli o i video ripresi all’interno di un macello. Insomma, un certo cammino è stato sicurament­e percorso sia dal punto di vista della legislazio­ne sia sotto il profilo della sensibilit­à dell’opinione pubblica. Fino a qualche decennio fa in Italia si sopprimeva­no ancora nei canili i cani dopo un certo numero di giorni. Abominio che, peraltro, si compie ancora in alcuni Paesi a noi vicini della Unione europea. Certo, bisogna ancora lavorare molto e, soprattutt­o, occorre essere inflessibi­li nel punire chi compie azioni vili e crudeli. Per questo, ripeto, servono pene più severe ed occorre che chi si macchia di tali misfatti vada davvero in carcere».

Migliore sensibilit­à Per fortuna la situazione, rispetto ad anni fa, è cambiata. C’è attenzione grazie a media e social

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