Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Michela Brambilla, ex ministro: a Napoli un gesto terribile
nei confronti degli animali».
Lei è un’animalista di lungo corso. E’ cambiato e come il rapporto degli italiani con gli animali?
«Sì, e certamente in meglio. Gli episodi come quest’ultimo che si è verificato a Napoli sono ancora troppo frequenti e sono gravissimi, ma non devono impedirci di considerare il quadro complessivo».
E quale è?
«Ho fondato la mia prima associazione animalista a 13 anni e penso di poter dire con certezza che, nel corso dei decenni, in Italia è cresciuto il rispetto verso gli esseri viventi diversi dall’uomo. Nel complesso oggi siamo un paese che ama gli animali e pretende che siano considerati nei loro diritti. Come, d’altronde, ben dimostra la reazione dei napoletani che hanno inveito contro quel delinquente che ha scaraventato il suo cane dal balcone ed hanno avvertito la polizia».
A cosa attribuisce questa evoluzione?
«Certamente le associazioni animaliste ed ambientaliste hanno svolto una opera di sensibilizzazione molto importante. Credo che abbiano giocato un ruolo importante anche i media. Nei giornali ed in tv si parla di animali molto più che in passato, ci sono ormai rubriche specifiche ed anche i siti internet dei quotidiani dedicano spazio a notizie e filmati dedicati a questo tema. E’ importante perché aiuta a diffondere la conoscenza
In che modo?
«Oggi ormai pure la nonnina va in Rete e trova il filmato dell’allevamento intensivo nel quale la scrofa non ha neanche lo spazio per girarsi verso i suoi cuccioli o i video ripresi all’interno di un macello. Insomma, un certo cammino è stato sicuramente percorso sia dal punto di vista della legislazione sia sotto il profilo della sensibilità dell’opinione pubblica. Fino a qualche decennio fa in Italia si sopprimevano ancora nei canili i cani dopo un certo numero di giorni. Abominio che, peraltro, si compie ancora in alcuni Paesi a noi vicini della Unione europea. Certo, bisogna ancora lavorare molto e, soprattutto, occorre essere inflessibili nel punire chi compie azioni vili e crudeli. Per questo, ripeto, servono pene più severe ed occorre che chi si macchia di tali misfatti vada davvero in carcere».
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Migliore sensibilità Per fortuna la situazione, rispetto ad anni fa, è cambiata. C’è attenzione grazie a media e social