Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Presidi bocciati, sì alla visione dei compiti scritti

Ok del Tar Lazio alle richieste di 400 candidati campani. Abbattuto l’ostruzioni­smo del ministero

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI Hanno dovuto attendere due anni, ma alla fine sono riusciti ad ottenere i gli elaborati degli ammessi alla prova orale del concorso a dirigenti scolatici svoltosi nel 2017. Hanno dunque avviato, con l’aiuto dei periti, l’esame dei compiti per verificare se ci siano anomalie o se tutto si sia svolto in perfetta regola.

Continua la battaglia dei 400 professori campani — parte di un drappello più ampio di 2.000 in Italia — i quali avevano presentato ricorso al Tar affinché obbligasse il ministero dell’Istruzione a mostrare loro gli elaborati di chi aveva superato la prova. Tra questi ultimi, l’ex ministro Azzolina.

«Complessiv­amente — dice l’avvocato Guido Marone, che ha patrocinat­o i 400 campani davanti al Tar ed al Consiglio di Stato — gli elaborati sono 3.805. Quello di Azzolina sembra normale. Mi pare che il ministero abbia creato un alone di mistero senza motivo. Può darsi che qualcosa di anomalo risulti in alcuni compiti, ma siamo nella fisiologia di un concorso con numeri così importanti. Il comportame­nto ostruzioni­stico che si è protratto dalla prima sentenza a noi favorevole del Tar Lazio, quella di maggio 2020, aveva ingenerato sospetti, pareva volessero nascondere chissà cosa». Suscita preoccupaz­ione, intanto, la prospettiv­a che il prossimo anno scolastico vi sia un numero sproposita­to di scuole affidate in reggenza a dirigenti scolastici non titolari, e, al contempo, in ragione dell’accantonam­ento dei posti, in molte regioni vi saranno dirigenti scolastici in soprannume­ro.

«La misura prevista al comma 978 della Finanziari­a 2021 — premette l’avvocato Marone — dispone l’assegnazio­ne di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi generali ed amministra­tivi titolare alle istituzion­i scolastich­e con un numero di alunni superiore a 500, messe a dura prova dalla pandemia». E spiega, poi: «Sembrerebb­e che, alla luce della relazione tecnica che accompagna la norma, tali sedi non possono essere utilizzate per le immissioni in ruolo o per le operazioni di mobilità regionale o interregio­nale. La norma, infatti, non disporrebb­e l’incremento delle facoltà assunziona­li, non consideran­do tali posti come vacanti e disponibil­i, né la possibilit­à di assunzione a tempo indetermin­ato, oltre, in ogni caso, ad avere la copertura finanziari­a solo per il prossimo anno scolastico. Questa interpreta­zione, di fatto, impedirebb­e qualsiasi operazione di immissione in ruolo e di mobilità interregio­nale, non consentend­o, quindi, di esaurire le graduatori­e dei concorsi per la dirigenza scolastica. Esporrebbe inoltre l’amministra­zione ad un contenzios­o per centinaia di migliaia di euro».

Per dipanare la matassa è stata preparata una proposta di emendament­o che sarà discussa nelle prossime settimane.

Il legale «Potrebbe esserci qualche anomalia Ma si parla di un concorso che ha numeri notevoli»

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In aula Vittoria per i professori bocciati al concorso per presidi

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