Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Presidi bocciati, sì alla visione dei compiti scritti
Ok del Tar Lazio alle richieste di 400 candidati campani. Abbattuto l’ostruzionismo del ministero
NAPOLI Hanno dovuto attendere due anni, ma alla fine sono riusciti ad ottenere i gli elaborati degli ammessi alla prova orale del concorso a dirigenti scolatici svoltosi nel 2017. Hanno dunque avviato, con l’aiuto dei periti, l’esame dei compiti per verificare se ci siano anomalie o se tutto si sia svolto in perfetta regola.
Continua la battaglia dei 400 professori campani — parte di un drappello più ampio di 2.000 in Italia — i quali avevano presentato ricorso al Tar affinché obbligasse il ministero dell’Istruzione a mostrare loro gli elaborati di chi aveva superato la prova. Tra questi ultimi, l’ex ministro Azzolina.
«Complessivamente — dice l’avvocato Guido Marone, che ha patrocinato i 400 campani davanti al Tar ed al Consiglio di Stato — gli elaborati sono 3.805. Quello di Azzolina sembra normale. Mi pare che il ministero abbia creato un alone di mistero senza motivo. Può darsi che qualcosa di anomalo risulti in alcuni compiti, ma siamo nella fisiologia di un concorso con numeri così importanti. Il comportamento ostruzionistico che si è protratto dalla prima sentenza a noi favorevole del Tar Lazio, quella di maggio 2020, aveva ingenerato sospetti, pareva volessero nascondere chissà cosa». Suscita preoccupazione, intanto, la prospettiva che il prossimo anno scolastico vi sia un numero spropositato di scuole affidate in reggenza a dirigenti scolastici non titolari, e, al contempo, in ragione dell’accantonamento dei posti, in molte regioni vi saranno dirigenti scolastici in soprannumero.
«La misura prevista al comma 978 della Finanziaria 2021 — premette l’avvocato Marone — dispone l’assegnazione di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi generali ed amministrativi titolare alle istituzioni scolastiche con un numero di alunni superiore a 500, messe a dura prova dalla pandemia». E spiega, poi: «Sembrerebbe che, alla luce della relazione tecnica che accompagna la norma, tali sedi non possono essere utilizzate per le immissioni in ruolo o per le operazioni di mobilità regionale o interregionale. La norma, infatti, non disporrebbe l’incremento delle facoltà assunzionali, non considerando tali posti come vacanti e disponibili, né la possibilità di assunzione a tempo indeterminato, oltre, in ogni caso, ad avere la copertura finanziaria solo per il prossimo anno scolastico. Questa interpretazione, di fatto, impedirebbe qualsiasi operazione di immissione in ruolo e di mobilità interregionale, non consentendo, quindi, di esaurire le graduatorie dei concorsi per la dirigenza scolastica. Esporrebbe inoltre l’amministrazione ad un contenzioso per centinaia di migliaia di euro».
Per dipanare la matassa è stata preparata una proposta di emendamento che sarà discussa nelle prossime settimane.
Il legale «Potrebbe esserci qualche anomalia Ma si parla di un concorso che ha numeri notevoli»