Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Abel Ferrara per Sansevero «E giro un film su San Pio»

Nelle celebrazio­ni per il 250esimo anniversar­io della morte di Raimondo di Sangro il regista di origini campane legge versi di Gabriele Tinti ispirati al Cristo Velato Il video sarà dal 18 maggio sui social del monumento del celebre principe alchimista

- Stefano de Stefano

Un Abel Ferrara più campano che mai, fra l’omaggio poetico al Cristo Velato e l’imminente progetto di un film su Padre Pio. Il regista e attore nato nel Bronx da famiglia sarnese, conferma ancora una volta il profondo, insopprimi­bile legame con le sue radici, a partire dal video registrato ieri nella Cappella Sansevero, che dal 18 maggio sarà pubblicato sui social legati al monumento del celebre principe esoterista.

«Conoscevo bene questo luogo -spiega Ferrara, qui in veste di attore - perché a Napoli sono di casa, ci ho vissuto per due anni e ogni volta che posso ci torno. Questo spazio straordina­rio al suo interno riflette la città, le sue complessit­à e stratifica­zioni, laiche e religiose. D’altra parte solo un napoletano come Raimondo di Sangro poteva concepire un ambiente così, che poi ritroviamo anche nei vicoli e nelle piazze della zona, in una sorta di grande museo diffuso». E infatti al centro della ripresa, c’è un componimen­to poetico di Gabriele Tinti, l’ecfrastico «Cristo velato», che tiene insieme versi e senso dell’opera d’arte rifacendos­i, come conferma l’autore, alla forma del distico elegiaco. «L’appuntamen­to con Abel Ferrara - spiega poi il responsabi­le della Cappella, Fabrizio Masucci - rientra negli appuntamen­ti speciali di quest’anno in cui cadono i 250 anni dalla morte del Prinfine cipe di Sansevero». «Un progetto quello di Tinti - continua poi il regista - per il quale, con altri testi, ero stato coinvolto nel Museo di Brera a Milano, davanti al “Cristo alla colonna” di Bramante». Ancora un’immagine di Gesù, anche se dipinta e non in marmo, che propone il tema del rapporto tra Ferrara e la religiosit­à. «Sì, è vero -risponde scherzando - per affidarlo di nuovo a me, Tinti deve avere qualche problema con Cristo, ma tornando seri, io sono cresciuto in una famiglia fortemente cattolica, come lo sono quelle del Sud d’Italia, per cui quei valori ti restano dentro, non puoi cancellarl­i o far finta che non esistano. Certo puoi evolvere delle idee, pensare a Gesù come un uomo, un ribelle, ma in fondo te lo ritrovi sempre accanto, anche in questo omaggio alla sua solitudine, così come ce lo offre lo scultore Sammartino». Da una cappella alla vita di un santo, il passo non è così lungo. «In questi ultimi mesi continua Ferrara - sto lavorando al progetto di un film su Padre Pio che gireremo presto in Puglia sulle colline vicino a San Giovanni Rotondo. Con me ha collaborat­o Maurizio Braucci e racconterà dell’arrivo del frate in quei luoghi, alla

della Prima guerra mondiale». Per il cast si era parlato di Luca Marinelli e Willem Defoe, ma per ora Ferrara non conferma.

«Pio era nato - conclude il regista - a Pietrelcin­a alla fine dell’Ottocento, a 80 chilometri da Sarno, dove nello stesso anno era nato mio nonno Abele. Ero molto vicino a mio nonno e quindi mi sento molto vicino anche a Pio. E in fondo fare un film sul santo sannita è un po’ come ricordare la mia famiglia, le sue origini, la sua cultura, il suo linguaggio, la sua fede».

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 ??  ?? Protagonis­ti In apertura Abel Ferrara nella Cappella Sansevero Qui sopra Gabriele Tinti (destra) e Fabrizio Masucci
Protagonis­ti In apertura Abel Ferrara nella Cappella Sansevero Qui sopra Gabriele Tinti (destra) e Fabrizio Masucci

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