Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La destra napoletana guardi a Madrid

- di Salvo Iavarone

Isabel Diaz Ayuso, leader del Partido Popular, 42 anni, ha stravinto le elezioni regionali a Madrid. 44% nell’ urna, costringen­do Pablo Iglesias, leader di Podemos, alle dimissioni. Per governare le basterà che la destra estrema si astenga.

Non sto qui a ripetere le cronache relative all’ importante evento politico, ben riportate dal Corriere

della Sera.

Ma credo sia utile alla destra napoletana dare uno sguardo, e magari andare qualche giorno a Madrid, chiedendo ad Isabel di ospitarla per uno stage nel suo comitato elettorale. Provo a spiegarmi. La Ayulo ha trasmesso fin da subito un messaggio efficace, attraverso il quale faceva capire chiarament­e cosa voleva fare, e dove voleva andare. Programmi e indicazion­i ben precisi. Ha vinto per la sua guerra al lockdown, per la possibilit­à di bere una birra alle 23, mentre il resto della Spagna e d’Europa si chiudeva a doppia mandata. Insomma, liberista in pieno, individual­ista. Senza se e senza ma. I numeri sono questi: più 1% di Pil nella sua Comunidad di Madrid; più 35% di mortalità; 44% di voti. Il leader nazionale del Partido Popular, Casado, ha potuto dire che «oggi la libertà ha vinto a Madrid;

domani vincerà in tutta la Spagna».

Ora attenzione, non sto qui a dire che a Napoli bisogna identifica­re la destra con il liberismo. Non lo penso, né tanto meno lo predico. Il senso del messaggio che questo intervento desidera produrre è un altro: bisogna esser chiari con gli elettori, sia nell’ identità che nei programmi. Se si vuole volare nelle urne. Anche rischiando. Nessuno poteva garantire la Ayuso del successo. Ma almeno lei ha giocato la partita. Mentre qui a Napoli non si capisce quale possa essere il messaggio identitari­o; né tantomeno quali siano idee e programmi per lo sviluppo e la crescita socio economica della città. Perché poi, lo ricordo ai candidati, i cittadini inseriscon­o nell’ urna una cambiale con scadenza, dove il valore del titolo è comparabil­e con la risoluzion­e dei problemi. Parlo per la destra; ma non mi sembra che a sinistra emergano realtà positive e convincent­i in tal senso. Abbiamo molti problemi; ma alcuni sono importanti­ssimi, e chiedono risposte qualificat­e e chiare. I sindacati sono molto attivi, ma lo sanno tutti che ormai i metodi con i quali combattono giuste cause sono tramontati da tempo. Urge adeguarsi ai tempi. Molti problemi occupazion­ali (Whirlpool su tutti; ma non solo) esistono anche per queste lacune. Il rispetto per le forze dell’ ordine è sacrosanto. Alcuni immigrati nel quartiere Vasto hanno provato a prendersi gioco di alcuni agenti di polizia donna, stimolati forse da loro fedi religiose (che indicano la donna come soggetto secondario e debole rispetto all’ uomo). Queste scene rappresent­ano un cattivo esempio. Un destra che si propone deve pretendere l’ordine, ed il rispetto per gli agenti. Poi il turismo. Tutti ne parlano, ma non si capisce quali possano essere i programmi, calibrati per territori.

Non possono esistere ricette uguali per Capri e per Mondragone. Ogni località, e ce ne sono tantissime in regione, immagina percorsi diversi. Le periferie attendono da decenni segnali di risveglio; Bagnoli su tutti. Infine, lo sviluppo del porto, e delle attività ad esso legate. Si è voluto cambiare il vertice, e in verità ci si aspettava anche su questo fronte chiare indicazion­i dal nuovo presidente. Alcune città, come ad esempio Rotterdam, hanno recepito energie incredibil­i dalle positive politiche portuali. Anche lì sarebbe il caso di andarsi a fare un giro.

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