Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’altra emergenza: sulle spiagge mascherine e guanti
Rapporto di Legambiente, in Campania nel 71% degli arenili trovati dispositivi di protezione usati
NAPOLI Chi frequenta le spiagge anche fuori stagione se ne era già accorto da tempo e i dati del monitoraggio annuale condotto da Legambiente sulla presenza e tipologia dei rifiuti in alcuni arenili della Campania confermano la sensazione: c’è una emergenza ambientale indotta dalla inciviltà e legata indirettamente alla pandemia.
Nel 71% delle 14 spiagge prese in considerazione dall’associazione ambientalista, infatti, sono stati rinvenuti guanti usa e getta e mascherine. C’è da temere che i numeri non sarebbero diversi a valle di una indagine più capillare ed estesa e che, purtroppo, una situazione non meno grave sia quella del mare, dove già capita di notare mascherine alla deriva o depositate sul fondale. La pandemia, purtroppo, non ci ha reso migliori, o almeno non ha migliorato chi proprio non riesce a compiere il semplice gesto di deporre una mascherina usata in un bidone dell’indifferenziata ed una bottiglia di plastica in una campana per il riciclo. Nel complesso l’indagine di Legambiente ha censito una media di 947 rifiuti ogni cento metri di spiaggia. Il valore di riferimento – ammesso che una simile espressione abbia senso quando si parla di immondizia – per definire un arenile in buono stato ambientale, secondo i criteri elaborati a livello europeo, è di meno di venti rifiuti ogni cento metri di costa. Plastica soprattutto (85,4%), poi vetro e ceramica (5,7%), metallo (3,5%)tessili (1,6%), carta e cartone (1,2%), altro (2,6%) le tipologie dei rifiuti. Se dai materiali si passa ai singoli oggetti, la maglia nera spetta ai mozziconi di sigaretta (15,6% del totale), seguiti da prodotti e frammenti non identificati di plastica (14,3%).
Moltissimo anche il polistirolo: 12,4%. Seguono i tappi ed i coperchi in plastica(8,9%) ed i cotton fioc (7,5% dei rifiuti monitorati).
Ecco le spiagge al centro della indagine. Sulla costa casertana: la foce del Garigliano a Sessa Aurunca. A Napoli: Mappatella Beach e San Giovanni a Teduccio. Nella provincia partenopea: l’arenile stabiese a Castellammare di Stabia; il lido delle Monachelle e la spiaggia di Lucrino a Pozzuoli; la spiaggia libera di Licola; la spiaggia Romana a Bacoli.
Nel salernitano: l’arenile alla foce del Tusciano, a Battipaglia; l’area protetta di Legambiente ad Eboli; la spiaggia libera a Pontecagnano, quella del Caterpillar a Salerno; l’arenile dei Pioppi a Pollica; la spiaggia dell’oasi a Paestum-Capaccio e quella del Mercatello a Salerno. Quella sulla quale Legambiente ha trovato più rifiuti è la spiaggia di Castellammare di Stabia.