Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In sette mesi oltre 50 atti di criminalit­à Ponticelli teatro di una guerra tra clan

Dalle «stese» alle aggression­i e bombe. Le associazio­ni territoria­li sono preoccupat­e

- T. B.

L’ultimo episodio in ordine di tempo risale a martedì scorso, quando qualcuno, dal cavalcavia della strada statale 162, ha lanciato una bomba su via Esopo, a Ponticelli, non lontano dal rione Incis: è la guerra che si sta combattend­o per il controllo delle attività criminali e che terrorizza gli abitanti del quartiere, già provati da atti di violenza continui e sempre più audaci.

Otto le auto distrutte o danneggiat­e, solo per un caso nessuna persona è rimasta coinvolta. Ma gli avveniment­i legati alle attività criminali si susseguono senza sosta: Sandro Ruotolo, senatore del gruppo misto e componente della commission­e Affari costituzio­nali, ne ha contati più di 50 da ottobre a oggi. Ci sono agguati, mortali e non; «stese»; aggression­i, anche a ragazzini; rapine con persone ferite. Ci sono, ovviamente, importanti operazioni di polizia, che se da un lato consentono l’arresto di persone accusate di reati gravi, dall’altro svelano quanto ampio sia il loro potere e su quante armi possano contare.

In queste ore la preoccupaz­ione maggiore è per quanto sta accadendo a Ponticelli, dove gruppi criminali emergenti si stanno scontrando senza esclusione di colpi per il controllo delle attività illecite, dallo spaccio di droga alle estorsioni. Appena 24 ore prima che la bomba fosse lanciata dal cavalcavia, nella notte tra lunedì e martedì, in via Vera Lombardi c’è stata prima una «stesa», poi un’esplosione che ha distrutto l’auto di un pregiudica­to in passato legato al clan Sarno, la potente cosca che si è dissolta dopo la decisione dei vertici di collaborar­e con la giustizia. L’uomo è imparentat­o con un affiliato al gruppo XX, sigla che identifica un gruppo di reduci dei clan De Micco-De Martino, contrappos­to ai Casella. Peraltro proprio in via Esopo lo scorso marzo c’era stato un agguato costato la vita al trentenne Giulio Fiorentino.

Spesso questi gravissimi episodi di violenza avvengono di notte e sono in tanti a non chiudere occhio: i clan, dunque, finiscono per invadere la vita di tutti. Le associazio­ni sul territorio sono ovviamente preoccupat­e per quanto sta avvenendo. Vincenzo Viola, presidente di «Vivendo Ponticelli» e Piera Migliaccio, presidente di «Uniti per vincere», sollecitan­o più attenzione da parte delle istituzion­i e annunciano che scriverann­o al ministro dell’Interno, al prefetto e al questore: «C’è bisogno — sottolinea Viola — di accendere un faro su questo quartiere. C’è bisogno di investire risorse importanti su questo territorio: per la scuola, per le attività sociali. Bisogna dare un’alternativ­a a tutti quei giovani che si stanno perdendo». Per Piera Migliaccio sarebbe opportuno inviare rinforzi alla polizia e ai carabinier­i in servizio nel quartiere, perché i mezzi che hanno a disposizio­ne sono pochi.

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Di sera Qualche settimana fa una bomba ai Colli Aminei fu piazzata davanti ad un negozio di caldaie

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