Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tratta di essere umani In Campania contattati 12 mila «nuovi schiavi»
Le cifre di Dedalus: il 90 per cento sono donne
NAPOLI Oltre 12 mila persone vittime di sfruttamento lavorativo o sessuale, una cifra impressionante nella sola Campania. Uomini e donne che potrebbero essere definiti «i nuovi schiavi della società» tra lavoro nero, caporalato, prostituzione.
È il dato emerso dal dossier Fuori Tratta, il progetto con capofila la cooperativa sociale Dedalus finanziato dal dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri e che prevede azioni su territorio regionale per l’emersione, l’assistenza e l’integrazione sociale rivolte alle vittime di tratta e grave sfruttamento in ambito sessuale, lavorativo e nello svolgimento di attività illegali e di accattonaggio.
Ci sono state 611 uscite delle unità mobili di strada di Dedalus, 1.184 persone prese in carico, di cui 781 inserite in un programma individuale di assistenza e integrazione sociale. E ancora, attività di consulenza legale, assistenza sanitaria, corsi lingua italiana, sostegno psicologico, preparazione alla licenza media e al diploma di scuola superiore, sostegno economico, corsi e laboratori formativi, percorsi di orientamento e inserimento al lavoro.
A partire dal settembre 2016 e fino al 31 dicembre 2020, in particolare, il progetto ha raggiunto 12.444 contatti con persone potenzialmente o già concretamente coinvolte nella tratta e nel grave sfruttamento. Ben 11.435 incontri sono avvenuti nel corso delle attività di raggiungimento, prossimità e ascolto delle Unità mobili di strada che arrivano alle persone nei loro luoghi di vita e di lavoro. Ulteriori 481 contatti sono avvenuti presso i centri di ascolto e gli sportelli degli enti attuatori, cui le persone vengono orientate da tutti i soggetti pubblici e privati della rete multiagenzia che da anni cooperano con il progetto, mentre 441 persone sono state inviate al progetto dalle Commissioni Territoriali per il rivolti conoscimento della protezione internazionale, per un parere sulla condizione della persona. Altre 87 segnalazioni dal Numero Verde anti-tratta.
Gli 11.435 contatti delle Unità mobili hanno riguardato per il 90% donne, quasi esclusivamente vittime di sfruttamento sessuale di nazionalità nigeriana o dell’Europa dell’Est e di età inferiore ai 30 anni, molto spesso giovanissime e anche minorenni. Gli uomini sono circa il 7%, prevalentemente vittime di sfruttamento lavorativo di età tra i 18 e i 35 anni, del Ghana ed altri paesi dell’africa sub-sahariana e del nord Africa (Marocco, Tunisia, Algeria).
Delle 12.444 persone con cui si è stabilito un primo contatto, 1.184 sono state poi prese in carico per una valutazione più approfondita della loro condizione e dei loro bisogni. La maggioranza è richiedente asilo (874 persone) e, anche in questo caso, si parla prevalentemente di donne giovani sotto i trent’anni, provenienti dalla Nigeria. Negli ultimi quattro anni e mezzo (settembre 2016-aprile 2020), i 1.184 presi in carico sono stati direttamente coinin 11.717 colloqui (con mediatori/mediatrici, operatori dell’accoglienza, operatori e consulenti sociali, legali), in 3.374 accompagnamenti ai servizi del territorio (uffici, servizi sanitari) e 8.031 attività in autonomia (senza la presenza degli operatori). «Le attività di assistenza hanno inizio già durante la fase di emersione dei bisogni e della condizione di tratta e sfruttamento — precisa Paola Di Martino, coordinatrice del progetto — e prosegue nel corso delle attività di valutazione, una fase delicata in cui le persone, ancorché non entrate nel programma, sono destinatarie di importanti interventi di prossimità, riduzione del danno, rafforzamento della consapevolezza e costruzione della motivazione ad entrare nel programma di assistenza e integrazione sociale». Queste attività hanno portato a far entrare nel Programma di assistenza e integrazione sociale 781 persone che hanno beneficiato di un piano individuale di aiuto e svolto percorsi mirati all’inserimento socio-lavorativo ed all’autonomia. Di queste, 149 sono state accolte in una struttura residenziale degli Enti attuatori del progetto, mentre 632 sono state assistite dalla rete dei servizi territoriale, restando a vivere nella propria abitazione, o in Centri del sistema di accoglienza per richiedenti asilo, o in altra condizione abitativa autonoma.
Solo dal primo marzo 2019 ad oggi, sono stati accolti 33 minori insieme alle loro madri. Di tutti i programmi avviati, ad oggi 37 si sono conclusi con l’autonomia abitativa e socio-lavorativa della vittima, mentre 107 sono arrivati alla fase di seconda accoglienza (orientamento lavorativo, tirocinio, ricerca attiva di lavoro) e 637 sono nella fase di prima assistenza (alfabetizzazione italiana, alfabetizzazione informatica, scuola, attività di socializzazione, cure mediche, supporto psicologico).
I numeri di Dedalus sono stati resi noti alla presenza del ministro per le Pari Opportunità e la famiglia Elena Bonetti, che ha annunciato: «È stato appena pubblicato il nuovo bando di quasi di 24 milioni, 1,5 dei quali destinati alla Campania, a favore di interventi per le vittime di tratta e sfruttamento. Non solo uno stanziamento di risorse, ma un segno di corresponsabilità. Il Piano strategico nazionale sulla tratta degli esseri umani è in fase di revisione — ha spiegato il ministro —. Ho ricostituito la cabina di regia e la governance complessiva di questa strategia che necessita ancora di piu’ di un’azione sinergica, che riguarda tutte le amministrazioni e istituzioni coinvolte».
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Il ministro Bonetti
È stato appena pubblicato il nuovo bando di quasi 24 milioni per gli aiuti
Assistenza
Solo dal primo marzo 2019 ad oggi, sono stati accolti 33 minori insieme alle loro madri