Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Da questa sera il San Carlo non sarà più così
Con «La Traviata» s’inaugurano stasera le rappresentazioni dal vivo del Massimo Kurzak e Gagnidze: «L’abbraccio ci è mancato e gli spettatori, pur distanziati ci daranno emozioni che ci ripagheranno dei sacrifici della nostra professione»
«Saremo noi gli spettatori di un evento». Così dicono emozionati Aleksandra Kurzak e George Gagnidze, nei panni rispettivamente di Violetta e Giorgio Germont, stasera alle 19 in «La Traviata», che segna la riapertura al pubblico del Teatro San Carlo. Il soprano polacco sarà la protagonista del primo cast. Sul podio Karel Mark Chichon, regia di Marina Bianchi. Al Lirico tutto pronto per ospitare in sicurezza gli spettatori.
«Il vero e più emozionante spettacolo sarà quello offerto dal pubblico che finalmente torna nei teatri d’opera. E saremo noi gli spettatori di un evento». Parola di Aleksandra Kurzak e George Gagnidze, rispettivamente Violetta e Giorgio Germont stasera alle 19 in «La Traviata», che segna la riapertura al pubblico del Teatro San Carlo. Il soprano polacco sarà la protagonista del primo cast, mentre la collega Aylin Pérez quella del secondo.
Con Karel Mark Chichon per la prima volta sul podio a Napoli, la regia di Marina Bianchi e José Luis Basso, Maestro del Coro, sul palco anche Piero Pretti a dare voce ad Alfredo e un cast che annovererà tra gli altri, Mariangela Marini (Flora Bervoix) e Michela Petrino (Annina).
«Il cantante vive sempre un’esistenza di solitudini alternate a immersioni nell’affetto del pubblico - dice il soprano - e questo periodo che ci stiamo mettendo alle spalle ci ha permesso di stare più con le nostre famiglie. L’abbraccio però ci è mancato e stasera ritrovare gli spettatori, sia pure distanziati tra loro, ci darà le emozioni che ci ripagheranno dei sacrifici della nostra professione».
Gli fa eco Gagnidze entusiasta di poter far parte del cast della riapertura. «Non ci saranno scene e costumi a fissare l’azione in un’epoca e in un luogo – racconta il baritono - ma per noi artisti anche una regia semi-scenica rapdi presenta una ritrovata vicinanza al pubblico esprimendoci noi con il linguaggio del corpo e facendo leva sulla magia della musica».
«Sì, è vero che non ci saranno costumi di scena - conferma la Kurzak - ma, mentre gli uomini saranno in abito scuro da concerto, la mia Violetta indosserà uno splendido abito di Capucci, che risalterà nel mezzo di elementi scenici ridotti. Sono poi felicissima di cantare con Piero Pretti, che sarà Alfredo e con George, che è un grande professionista, un uomo generosissimo, un vero padre di famiglia di sani principi e quasi ama rendere più affettuosi i personaggi che interpreta».
«Sì - conferma Gagnidze per me Germont è soprattutto un padre che ama i suoi figli nelle forme e secondo i principi propri della sua epoca. Noi oggi forse non riusciamo a comprendere bene le scelte di uno che ci appare come un personaggio malvagio, mentre egli è solo espressione di una società ottocentesca soffocata da moralismi e forse da ipocrisie divenuti regole di vita. Si tratta di un simbolo e i simboli non sono buoni o cattivi».
Ad ascoltare le parole dei due interpreti pare si esaltino i buoni sentimenti. C’è un clima idilliaco tra gli interpreti di questa produzione: soprani che si scambiano cortesie e complimenti reciproci, un baritono burbero visto come paterno e un tenore, Piero Pretti, in cima alle preferenze di una cantante come la Kurzak, consorte di un altro grande interprete di Alfredo, come Roberto Alagna. L’artista Tbilisi svela infine il suo amore per Napoli: «Amo l’Italia e questa città, dove vengo spesso con tutta la mia famiglia, affascinata, come me, dalla sua bellezza. Qui cultura e arte sono avvolte in clima affettuoso... E sono elementi che spiegano come mai tanta musica sia nata qui».
Chiude il sovrintendente Stéphane Lissner, che precisa: il sovrintendente Lissner: «Questa di stasera non è una vera inaugurazione perché il maturare rapido delle condizioni di riapertura non ha permesso di mettere in moto tutto il complesso di preparativi e il cerimoniale che una serata inaugurale prevede. Ma per il resto la ricerca della qualità musicale c’è stata tutta».