Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Un collage per Mertens, dal campo alla urban art Spero venga a vederlo»

La nuova opera di Dario Gaipa, realizzata con i manifesti strappati

- Chiara Marasca

biamo aperto in fondo, come suggerisce il nome, ad un bel cortile di piazza Bellini. Una sorta di acronimo, che sta per Laboratori­o Artistico Social Content, ma in fondo la parola Llabbasc è anche il centro storico visto dal Vomero, dove sono cresciuto e ancora vivo», racconta Gaipa. Con lui, in questa nuova avventura, ci sono Padula e Carlo Sales, che realizza sculture in ceramica.

Un progetto nato nel periodo duro del lockdown, quando misure restrittiv­e e azzerament­o delle relazioni sociali hanno compresso il campo d’azione, ma parallelam­ente allargato lo sguardo verso l’interno. Quando è iniziata la pandemia, Gaipa ha dovuto letteralme­nte smantellar­e quello che da alcuni anni era diventato il suo “ufficio”, una bancarella in via Benedetto dove esponeva i suoi collage e dalla quale partiva a caccia di vecchi manifesti da rivitalizz­are. «È stato strano osservare come per lungo tempo, nel corso dell’ultimo anno, i muri della città non si siano rigenerati: niente più concerti, nessuna iniziativa, ferme per mesi anche le pubblicità. Mi è mancata la linfa».

Ma non le idee, né l’energia per reinventar­si, per un po’, anche rider per consegne bio. Poi sono arrivate le mascherine d’autore, collage su stoffa, molto richieste nei mesi in cui le Ffp2 ancora non la facevano da padrone, e la serie di ironiche tele in cui personaggi famosi proteggono se stessi omaggiando i rivali (Steve Jobs indossa la mascherina con il logo Microsoft e Bill Gates quella con la Mela, mentre John Lennon si copre la bocca con la lingua dei Rolling Stones). «Sentivo l’esigenza di convogliar­e tutta la tensione e la paura provata in quarantena in un progetto artistico», racconta, «e l’unica regola che mi sono dato è stata quella di creare qualcosa di divertente».

E infine è arrivato Llabbasc. «Vorremmo che diventasse una micro-galleria d’arte perché anche se credo molto nei social penso fermamente che il contatto umano sia irrinuncia­bile».

Intanto, però, proprio grazie alla rete, un Dalì avvolto dalla pelle di Napoli è appena volato a Rotterdam, acquistato dal titolare di un’agenzia pubblicita­ria. «Una bella soddisfazi­one, sicurament­e. Ma la sensazione più bella», conclude Gaipa, «sarà rivedere i turisti nel centro storico di Napoli. Speriamo presto».

La scommessa

Con Padula e Sales abbiamo aperto da poco una galleria, Llabbasc Serve il contatto umano

 ??  ?? Il profilo
Dario Gaipa, 45 anni, napoletano, moglie, due figli e un percorso profession­ale come grafico digitale alle spalle, ruba strati consumati da pioggia e polvere dalle strade, regalando loro nuova vita
Vecchi cartelloni pubblicita­ri, locandine di concerti e film non più in programmaz­io ne, poster elettorali a elezioni finite, materia morta, insomma, ma in fondo viva. Street art nel senso più crudo del termine
Sopra, lo street artist Dario Gaipa Al lato, il collage al centro del quale si staglia la figura di Dries Mertens Un’opera con tecnica mista
Il profilo Dario Gaipa, 45 anni, napoletano, moglie, due figli e un percorso profession­ale come grafico digitale alle spalle, ruba strati consumati da pioggia e polvere dalle strade, regalando loro nuova vita Vecchi cartelloni pubblicita­ri, locandine di concerti e film non più in programmaz­io ne, poster elettorali a elezioni finite, materia morta, insomma, ma in fondo viva. Street art nel senso più crudo del termine Sopra, lo street artist Dario Gaipa Al lato, il collage al centro del quale si staglia la figura di Dries Mertens Un’opera con tecnica mista
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Con la «pelle» di Napoli

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