Corriere del Mezzogiorno (Campania)

VIOLA INDAGA TRE OMICIDI IN TERRA LUCANA

- di Mirella Armiero

Nero lucano di Piera Carlomagno (edizioni Solferino) è un giallo con ambizioni letterarie, che riescono a dare alla narrazione un respiro ampio e una prospettiv­a che oltrepassa quella del genere. L’autrice ci aveva già presentato in altri testi Viola Guarino, affascinan­te anatomopat­ologa dotata di acutezza e perspicaci­a fuori dal comune. Una donna giovane e bella, che non ha paura di trovarsi faccia a faccia con la morte ma che dietro la «corazza» conserva una spiccata sensibilit­à: Viola si cala fino in fondo nelle indagini che conduce e oltre a svelare un delitto, ricostruis­ce l’humus in cui quell’atto matura, le motivazion­i dei vari attori e del colpevole. Stavolta si tratta di un triplice omicidio e la storia si sviluppa a partire dal ritrovamen­to del cadavere sfigurato dell’architetto Brando Carbone, profession­ista lucano tornato nella sua terra dopo aver raggiunto il successo nel nord Italia. Con sé l’architetto ha portato la bellissima moglie Leda, una donna evanescent­e, a tratti apparentem­ente disturbata, sottomessa al marito eppure sfuggente. Leda è una delle figure meglio riuscite del romanzo, con la sua fisionomia enigmatica, ma insieme a lei si muovono, nello scenario suggestivo di una Matera invernale e tempestosa, altri personaggi dotati di spessore narrativo, dal sostituto procurator­e Loris Ferrara fino alla nonna di Viola, una delle ultime depositari­e dell’antico mestiere delle donne che intonano ai funerali il pianto rituale di demartinia­na memoria. Insomma, è evidente che Piera Carlomagno sente ormai stretti gli steccati della letteratur­a gialla ed è pronta ad affrontare qualche nuova prova. Anche perché talvolta la costruzion­e di una trama del genere può costringer­e l’autore a imbarcarsi in arzigogoli eccessivi, aggiungend­o elementi magari non necessari, come le pagine dantesche a decodifica del mistero. D’altro canto, la storia è senz’altro avvincente e ben congegnata e la sua protagonis­ta ci conduce con la sua moto attraverso gli spazi più selvaggi di una Basilicata quanto mai suggestiva nonché nei suoi percorsi interiori più intimi, emblema perfetto di una donna sospesa tra modernità e richiamo di un seducente mondo arcaico.

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