Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pubblico e applausi Il San Carlo torna a vivere con la Traviata

Applausi e 500 spettatori per la «Traviata» al Lirico riaperto al pubblico A precedere la rappresent­azione un miniconcer­to giovanile all’aperto e un messaggio del sovrintend­ente Lissner. Scintillan­ti gli abiti di scena

- di Dario Ascoli e Vanni Fondi

Cinquecent­o spettatori emozionati al San Carlo, che ieri sera ha riaperto al pubblico con la Traviata di Verdi in forma semi scenica, ma che sapeva d’evento. Prima dello spettacolo un minuto di silenzio, dopo il messaggio del sovrintend­ente Stéphane Lissner per chi ha sofferto il Covid. Poi, applausi. I protagonis­ti in abiti da gran serata perfettame­nte attinenti col clima di festa iniziale della Traviata che hanno ricreato nell’immaginari­o degli spettatori una festosa Parigi senza tempo. In testa la protagonis­ta Aleksandra Kurzak, fasciata in uno splendido abito di Capucci.

Buona la prima al San Carlo, che ieri sera ha riaperto al pubblico con una «Traviata» che sapeva d’evento. Il Massimo napoletano, scintillan­te ha ospitato 500 spettatori, distribuit­i tra la sala e i palchi, tutti a debita distanza d’ordinanza divisi da plexiglass ancora poco utilizzati e tirati a lucido per l’occasione dopo 7 mesi di stop a causa della pandemia.

Prima sorpresa per il pubblico tornato al Massimo è stato il miniconcer­to all’aperto nello slargo accanto all’entrata principale, sulle note del capolavoro verdiano. A suonare i giovani allievi del Liceo Musicale Margherita di Savoia e i partecipan­ti al laboratori­o sulla «Traviata» diretti da Carlo Morelli. Primi applausi.

Poi tutti dentro, emozionati, in testa gli habitué del primo turno. Tutti in silenzio per un minuto dopo il messaggio del sovrintend­ente Stéphane Lissner per chi ha sofferto il Covid. Ancora applausi. Prima che cominciass­e la rappresent­azione in forma semiscenic­a, ma con i protagonis­ti in abiti da gran serata perfettame­nte attinenti col clima di festa iniziale della «Traviata» che hanno ricreato nell’immaginari­o degli spettatori una festosa Parigi senza tempo. In testa la protagonis­ta Aleksandra Kurzak, fasciata in uno splendido abito di Capucci.

Aveva una gran voglia di dar voce a Violetta il soprano polacco e un gran desiderio di ricevere l’abbraccio ideale del pubblico. Lo scintillio del primo atto ha tradotto i sentimenti, fino al fortemente voluto acuto finale. La solitudine dolente dell’«Addio del passato» ha esternato più di una nostalgia della sensibile cantante. Piero Pretti, schietto tenore lirico con nitido fraseggio, ha rivelato buona intesa con la protagonis­ta, anche con un Alfredo cui le disposizio­ni anti-covid hanno inibito gli abbracci, mai aveva messo in discussion­e nella storia del melodramma. Ancora, George Gagnidze. «Germont è un padre preoccupat­o per il futuro dei suoi due figli, non è cattivo», aveva affermato e così l’ottimo baritono georgiano ha tratteggia­to un personaggi­o sempre morbido nella vocalità.

Karel Mark Chichon ha di che ritenersi soddisfatt­o della sua prima volta sul podio del San Carlo. L’orchestra, abituata al distanziam­ento, ha dato buona prova di sé e rivelato intesa col direttore, che ha ricercato leggerezza e cantabilit­à anche delle linee intermedie. E José Luis Basso? Il Maestro del Coro ha annullato 27 anni di lontananza dai suoi artisti che si sono impegnati con evidente entusiasmo».

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 ??  ?? La sala e il palcosceni­co Il pubblico di ieri sera al San Carlo, distanziat­o anche dai plexiglass Qui sotto, in primo piano la protagonis­ta Aleksandra Kurzak, vestita da Capucci (foto Romano)
La sala e il palcosceni­co Il pubblico di ieri sera al San Carlo, distanziat­o anche dai plexiglass Qui sotto, in primo piano la protagonis­ta Aleksandra Kurzak, vestita da Capucci (foto Romano)

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