Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Domande ad Abc in attesa di risposta

- Di Eduardo Cicelyn

Abc dell’informazio­ne democratic­a. Non basta ripetere le cose per farle diventare vere. Cerchiamo perciò di chiarirne tre nel modo più semplice. La prima. Venerdì 7 maggio Alfredo Pennarola, voce ufficiale di Abc, ha comunicato a questo giornale che Marano non aveva fornito le carte necessarie perché l’azienda valutasse la possibilit­à di gestire il servizio idrico anche in quel comune. Martedì scorso ha scritto invece che l’Abc avrebbe formalizza­to una proposta di contratto già il 12 marzo scorso alle medesime condizioni applicate nella città di Napoli. Quelle carte mancanti dunque non servivano? Le due comunicazi­oni sembrano contraddir­si malamente. La seconda. L’azienda napoletana ha acqua propria che però non le basta per servire tutta la città e dunque ne compra altra dall’acquedotto regionale. Laddove la rivende, in alcuni casi (per questioni di tubi) anche alla stessa Regione fornitrice di prima mano, raddoppia il prezzo. L’autorità nazionale, checché ne dica Pennarola, non risulta abbia mai approvato la tariffa applicata da Abc ai subfornito­ri. E’ vero o non è vero? Se è vero, di grazia, può spiegare ai lettori perché l’acquedotto regionale fa un prezzo e quello napoletano un altro molto più salato (il doppio)? Non hanno entrambi infrastrut­ture da mantenere, investimen­ti da programmar­e e costi del personale? I soldi in più che Abc fa con il commercio extra moenia a che servono: ad arricchire il Comune di Napoli, ad abbassare le tariffe ai cittadini napoletani, a che cos’altro? Domanda da un milione di dollari: un’impresa che opera creando profitto, poi redistribu­ito in modo asimmetric­o, rispetta e protegge il cosiddetto bene comune? La terza. Questione del “minimo impegnato”. L’emergenza che ha drasticame­nte ridotto i consumi d’acqua dei commercian­ti, evocata da Pennarola nella lettera di martedì scorso, è iniziata nel marzo del 2020 con Covid e lockdown. La tariffa forfettari­a, il famoso “minimo impegnato”, è vietata in Italia dal dicembre 2017. Da tre anni prima dell’inizio della pandemia. Abc deve risarcire i commercian­ti dal primo gennaio 2018, non dal 2020; e non a causa dell’emergenza, ma perché deve applicare una normativa erogata dall’autorità nazionale che regola il servizio idrico. Un’impresa che opera nel nome del bene comune ha finora ignorato una norma che protegge i cittadini-consumator­i. Diciamo che la verità di Abc fa acqua da tutte le parti

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