Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Regione affida all’Arus la gestione del «Collana» La Giano: chiediamo i danni
Alle battute finali il contenzioso tra ente e società per l’impianto
La Giano non ci sta e
NAPOLI promette battaglia sullo stadio Collana. Con un duro comunicato, la società concessionaria dell’impianto vomerese, reagisce allo schiaffo della revoca della concessione (firmata nel 2018, con successivo atto aggiuntivo nel 2019) annunciata nei giorni scorsi e di fatto ora chiesta con un provvedimento da Pasquale Manduca, commissario ad acta, nominato dalla giunta regionale.
L’impianto sarà gestito, nelle intenzioni della Regione, dall’Arus (Agenzia regionale Universiadi e Sport) che dovrà affidarlo alle società sportive.
Il decreto contesta le inadempienze e le irregolarità della Giano. In primis la mutata natura della compagine societaria, che ora non avrebbe finalità sportive, con l’uscita definitiva del calciatore Ciro Ferrara e quella ridotta di Fabio Cannavaro (che detiene solo il 5% delle quote).
Adesso è l’imprenditore Paolo Pagliara ad avere la maggioranza delle quote (90%). Contestate alcune presunte irregolarità amministrative e sui lavori effettuati.
«Abbiamo operato nella totale legalità – si legge nel comunicato - come previsto dall’avviso pubblico, dal bando, dalle sentenze del Consiglio di Stato e dai contratti redatti dalla stessa regione. Durante tutte le fasi adempitive del contratto non sono mai stati contestati i lavori, né il collaudo delle opere, né tantomeno la quantificazione degli importi che, nella nostra qualità di concessionari, abbiamo sostenuto ed investito previa autorizzazione regionale. La finalità della concessione è stata sempre rispettata».
E quindi a questo punto la società che finora ha gestito l’impianto vede una sola alternativa. «Non ci resta che affidarci nuovamente - come in passato - alla Giustizia Civile Amministrativa, Contabile e Penale al fine di far rimuovere gli inadempimenti della Regione, nonché far annullare i provvedimenti adottati».
E, poi, la Giano si riserva di adire le vie legali: «Per i danni patrimoniali e di immagine che stiamo ingiustamente subendo e per i quali riserviamo ogni azione». E un riferimento, nemmeno tanto velato a chi ha attaccato la Giano in questi anni. «Purtroppo matura il convincimento – si legge - che non voler scendere a compromessi con chi aveva interesse a reinserire gratuitamente nel Collana personaggi di loro gradimento, sia stata una scelta da punire con atti fortemente viziati e con eccesso di potere». Così «abbiamo preferito olimpionici che hanno apprezzato e valorizzato il progetto sportivo e sociale della Giano. Faremo in modo che la questione sia sottoposta alla valutazione dei Giudici al fine di far accertare l’illegittimità della decadenza. Nonché far accertare contestualmente le inadempienze dell’Ente».
È arrivato anche il commento di Maria Muscarà, consigliera regionale del M5S: «La revoca della convenzione con la Giano da parte della Regione Campania — si legge — è una palese ammissione di colpa che arriva, purtroppo, con tre lunghi anni di ritardo. Tre anni nei quali si sarebbe potuto lavorare per rendere l’impianto funzionale, efficiente e fruibile da tutti. Ora il Coni faccia la sua parte perché lo stadio più antico di Napoli sia restituito alla città».