Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Daniele Sepe suona Zappa La goduria è assicurata
Non è materiale recentissimo, visto che si tratta di una registrazione dal vivo al festival jazz di Sant’Anna Arresi del 2016. E poi Daniele Sepe non ha mai fatto mistero del suo amore per Frank Zappa, inserendo piccoli omaggi, cover e strizzate d’occhio in molti dischi della sua produzione vecchia e nuova. Fatto sta che questo doppio cd intitolato Direction Zappa, pubblicato oggi, se non ha il sapore della novità assoluta ha comunque un suo perché. Reduce dalle imprese di Capitan Capitone (anch’esse, a suo dire, impregnate di spirito zappiano), Sepe scrive delle succose note di copertina in cui racconta per filo e per segno l’operazione. E rivela, se ce ne fosse bisogno, che le cose che più ammira in Zappa sono quelle meno celebrate, ovvero la disciplina musicale maniacale e l’insofferenza nei confronti del fricchettonismo più spinto, unite al ben noto spirito caustico nei confronti del mondo e del potere. Compositore genialoide, chitarrista originalissimo, personaggio trasversale più di ogni altro avendo attraversato in ogni senso i confini tra rock, jazz, contemporanea, doo wop e rhythm&blues, Frank Zappa (19401993) è un gigante del Novecento americano. Dal suo canto Sepe, in compagnia di una scelta brigata di compari di ventura tra cui Hamid Drake e Dean Bowman, riscoprendo il piacere di suonare il sax e pagare tributo ai suoi modelli di gioventù (Michael Brecker e Gato Barbieri), di Zappa riprende i pezzi dal sapore più smaccatamente «zappiano» come Eat That
Question, King Kong o Peaches en Regalia, aggiunge altri classiconi coevi, dalla Song
for Che di Charlie Haden alla If 6 Was 9 di Jimi Hendrix, ma anche Rota, Morricone, Mingus e Miles Davis con tanto di funkettone finale (Jazz Is the Teacher and Funk Is the Preacher), frulla questo e quello e ci regala un agile compendio (di una parte significativa) della musica per cui val la pena vivere.