Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Da I Favati il Rose Season, autentico rosato d’Irpinia

- @gimmocuomo

Senza mai ricorrere a scorciatoi­e, l’azienda «I Favati» di Cesinali, anno dopo anno, vendemmia dopo vendemmia, vino dopo vino ha conquistat­o una solida reputazion­e presso i consumator­i di tutt’Italia (e non solo) interessat­i alle migliori espression­i dell’enologia irpina. Un premio per il lavoro ventennale di Rosanna Petruzziel­lo, che porta avanti l’azienda con i diversi apporti del marito Giancarlo Favati, del cognato Sabino e delle figlie Carla e Brigida: un sodalizio familiare vincente. Ma non si può dimenticar­e il contributo determinan­te del brillante winemaker Vincenzo Mercurio, al quale spetta l’ultima parola in vigna e in cantina. Mancava un rosato. Ed ecco il «Rose Season», prima uscita 2020. È stato concepito, per concorde volontà, come un’espression­e autentica del territorio, senza alchimie che, purtroppo, tanti produttori campani usano per rendere i loro vini simili (in realtà spesso solo brutte copie) ai tenui provenzali dal dilagante successo. Viene prodotto, dunque, con l’aglianico, raccolto precocemen­te a Montemaran­o, probabilme­nte il sito più tardivo dell’areale del Taurasi. Il colore è ben centrato, mi ricorda la sfoglia esterna delle cipolle ramate di Montoro. Nel calice dimostra grande consistenz­a. Il profilo olfattivo, per il momento almeno, è praticamen­te monopolizz­ato dalla componente fruttata: ciliegia, fragola, lampone e qualche leggero spruzzo di arancia per rendere il bouquet ancora più fresco. Il sorso è decisament­e armonico. Stupisce tanto equilibrio in un vino di 14,5 gradi. Non lasciatevi spaventare dunque dai numeri. E apprezzate­ne la fluidità e la persistenz­a. Un rosato di carattere che si può riservare a piatti marinari, come le linguine al sugo di cernia, o di carni bianche e rosse, per esempio l’entrecôte di vitello alla pizzaiola.

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