Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’allerta meteo non fa paura A Napoli si cambia rotta «Aule aperte»

Per la Protezione civile il grado di pericolosi­tà delle piogge è arancione A Pozzuoli classi off limits, stessa cosa si registra nei sei Comuni di Ischia

- di Fabrizio Geremicca

NAPOLI Napoli lascia le scuole aperte; Pozzuoli ed i sei Comuni dell’isola di Ischia le chiudono. Piano di Sorrento tiene i bimbi a casa al pari di Meta di Sorrento, Massa Lubrense, Ercolano e decine di Comuni; Benevento, benché l’allerta lì sia gialla, aule aperte per volontà del sindaco Mastella. Altre amministra­zioni — spesso distanti solo pochi chilometri da quelle che adottano le scelte di maggior cautela — decidono di non interrompe­re le lezioni.

I sindaci procedono in ordine sparso in relazione alla valutazion­e se bloccare per un giorno le lezioni a seguito dell’allerta arancione emanata per la giornata di oggi dalla Protezione civile regionale e valida 24 ore, fino alle otto di mattina di giovedì. Prevede sulle zone 1, 2, 3 e 5 (Zona 1: Piana campana, Napoli, Isole, Area Vesuviana; Zona 2: Alto Volturno e Matese; Zona 3: Penisola sorrentino-amalfitana, Monti di Sarno e Monti Picentini; Zona 5: Tusciano e Alto Sele) «precipitaz­ioni sparse anche a carattere di rovescio o temporale e raffiche di vento nei temporali». Avverte, inoltre: «Nelle zone in cui vige l’arancione le precipitaz­ioni, temporali e rovesci potranno essere di forte intensità e l’impatto al suolo potrebbe determinar­e un rischio idrogeolog­ico diffuso nonché un rischio idraulico localizzat­o». A Napoli negli anni scorsi la giunta de Magistris, in coincidenz­a con l’allerta arancione emanato dalla Protezione civile regionale ha sempre chiuso le scuole, anche a seguito di approfondi­menti da parte della Protezione civile comunale. Quest’ultima è sempre la stessa, ma sono cambiati sindaco ed assessori e, con essi, è evidenteme­nte mutato l’orientamen­to: si cambia registro. Bambini e ragazzi napoletani, dunque, oggi siederanno regolarmen­te tra i banchi. «L’allerta arancione — così giustifica­no la decisione da Palazzo San Giacomo — è emanata in coincidenz­a con la previsione di abbondanti piogge, ma non riguarda i venti. E’ la violenza di questi ultimi a creare un potenziale pericolo in città per il rischio di caduta di alberi e quant’altro». Completame­nte diverse le valutazion­i e le consideraz­ioni espresse da Vincenzo Figliolia, il sindaco di Pozzuoli. «Io sto nella norma — sostiene il primo cittadino del Comune flegreo — e la applico. Con l’allerta arancione onestament­e non c’è niente da pensare. Ho fatto approfondi­menti con i tecnici ed abbiamo deciso di chiudere le scuole perché il tempo domani è preoccupan­te. Ho valutato secondo la mia coscienza e responsabi­lità». Incalza: «Se accade qualcosa con l’allerta meteo arancione diramata dalla Regione Campania per i sindaci non c’è scampo ed io non voglio ulteriori responsabi­lità. Mi preme, inoltre, tutelare la mobilità, le famiglie ed i ragazzi che vanno a scuola». E conclude: «Si guardi la pagina web del meteo dell’Aeronautic­a militare e di altri siti molto diffusi e si avrà contezza del quantitati­vo di pioggia annunciato. Si prevedono anche raffiche di vento durate i temporali. Se le previsioni si rivelerann­o sbagliate avremo perso inutilment­e un giorno di scuola. Spiacevole, ma rimediabil­e. Meglio questo che rischiare una tragedia». Ma torniamo a Napoli. Se le scuole restano aperte, chiudono invece i parchi pubblici ed i cimiteri. Un’anomalia, almeno in apparenza, perché se il rischio vento non è considerat­o tale da determinar­e l’emanazione di una ordinanza che sospenda le lezioni, non si comprende allora per quale motivo non possano essere frequentat­i i cimiteri ed i parchi pubblici.

Il meteo, insomma, continua ad essere la croce dei primi cittadini, i quali negli anni scorsi non di rado hanno anche polemizzat­o con la Protezione civile regionale, accusandol­a talora di eccessivo allarmismo e talora di non avere diramato l’allarme in tempo utile. Sullo sfondo resta il tema della vulnerabil­ità del patrimonio arboreo poco o mal curato in molte città, quindi particolar­mente a rischio durante il cattivo tempo. E’ ancora vivo il ricordo di quel che accadde il 29 ottobre 2018, quando raffiche di vento che superarono i 100 chilometri orari determinar­ono lo sradicamen­to a Napoli di centinaia di alberi. Uno di essi schiacciò in via Claudio ed uccise uno studente universita­rio di Ingegneria. Concorre ad aggravare il rischio potenziale durante i fenomeni meteo avversi la non sempre adeguata manutenzio­ne delle infrastrut­ture pubbliche (per esempio delle caditoie) e delle proprietà private (si pensi alla fatiscenza delle facciate e dei cornicioni di tanti condomini).

Il sindaco Figliolia Io sto nella norma e la applico. Ho fatto approfondi­menti e poi ho deciso, valutando secondo la mia coscienza e responsabi­lità

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