Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Aiuti alla città, «il tema è complesso» E l’ex rettore vede De Luca jr
Il parlamentare incontro il sindaco: «Va rispettato il patto per Napoli»
NAPOLI Il tema «complesso», come lo definisce Gaetano Manfredi, è senza dubbio quello più caldo: si tratta dei debiti del Comune di Napoli e della soluzione per uscirne.
A Palazzo San Giacomo, dall’arrivo del nuovo sindaco, ogni cosa, ogni decisione è vincolata al fardello da 2,6 miliardi di disavanzo che il Comune si trascina. Con il timore che la discussione sugli aiuti alla città possa protrarsi oltre, troppo oltre, e che sul finire dell’anno il dibattito politico sia «distratto» dallo spauracchio della fine anticipata della legislatura nel caso in cui Mario Draghi diventasse presidente della Repubblica e le Camere venissero sciolte in anticipo. Certo, siamo alle suggestioni. Ma sono da tener ben presenti. Sebbene Manfredi ribadisca come un mantra di essere «fiducioso».
Forse perché effettivamente il lavoro con il governo è cominciato, e l’incontro di Manfredi con Draghi ne è una prova. «Il problema non è tanto finanziario ma normativo», è la spiegazione fornita dal primo cittadino napoletano che ha affidato la «partita» all’assessore al Bilancio, Pier Paolo Baretta. Che forse già oggi tornerà a Roma per un nuovo incontro con i tecnici ministeriali del Mef per lavorare, d’intesa con l’Anci, ad una norma che intervenga per salvare i Comuni in difficoltà. Soprattutto Napoli. Un dossier, il suo, che si compone di più voci che dovrebbero poi essere inserite dal Parlamento nella prossima Finanziaria sotto forma di emendamento.
La bozza di lavoro prevede tre interventi: uno, sul debito storico che — come riportato dalla audit sul debito del Comune di Napoli — vale circa 300 milioni di euro ed è relativo a varie epoche commissariali: quella dei rifiuti, quella del post-terremoto dell’80 e quella per Bagnoli. Una cifra, questa, che nel piano verrebbe scorporata come accadde per il debito del Consorzio Cr8 a inizio 2018 e risalente appunto all’epoca del terremoto dell’80 quando, con un decreto dell’allora premier Gentiloni, il governo si accollò il debito. E anche ora potrebbe essere così, con la nomina di un commissario a gestire il debito storico. C’è poi una seconda parte del piano a cui lavora anche Palazzo San Giacomo che riguarda al finanziamento di un fondo statale da cui i Comuni potrebbero, in maniera «orizzontale» e «proporzionale», in base alla grandezza, al numero di abitanti, al debito pro-capite, al rating sulla riscossione e alla possibilità di far cassa con
Il capogruppo pd Camera Abbiamo ribadito l’impegno del Partito democratico a fare ogni sforzo. L’attuale situazione finanziaria impedisce ogni possibilità di interventi concreti per la città e rischia di bloccare ogni ipotesi di azione per il rilancio e lo sviluppo
il patrimonio immobiliare. Infine — cosa anche questa evidenziata nell’audit sul debito — il lavoro sui circa 700 mutui accesi dal Comune di Napoli e sul tasso di interesse applicato che lo stato potrebbe rinegoziare — se volesse — sopratutto per quanto attiene alle esposizioni del Comune con cassa Depositi e Prestiti. A fare da sfondo, un inevitabile aumento dei tributi locali come leva a disposizione di palazzo San Giacomo.
Di tutto ciò, però, al momento non c’è traccia nella bozza della manovra Finanziaria del governo, ma solo nelle ipotesi di lavoro portate avanti dal Comune di Napoli ma sulle quali ci sarebbe stata la rassicurazione, almeno parziale, di governo e partiti. C’è infatti anche un altro pezzo che Manfredi non vorrebbe perdere per strada: l’impegno politico preso. Quello del centrosinistra – Pd, M5S, Leu – per ottenere un Patto per Napoli di cui si sono perse le tracce. L’argomento è stato rilanciato nel corso di un incontro tra Manfredi e Piero De Luca, il figlio del governatore della Campania che è vicecapogruppo del Pd alla Camera. «Con il sindaco di Napoli Manfredi ho ribadito l’impegno del Partito democratico a fare ogni sforzo per rispettare il Patto per Napoli — ha detto De luca jr — rispetto alle criticità di bilancio ereditate dalla precedente amministrazione. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia su questo tema. L’attuale situazione finanziaria impedisce ogni possibilità di interventi concreti per la città e rischia di bloccare ogni ipotesi di azione per il rilancio e lo sviluppo del capoluogo partenopeo, anche cogliendo le opportunità del Pnrr. Ci auguriamo, quindi, che nelle prossime settimane si possa definire e condividere un intervento normativo di carattere nazionale che permetta all’attuale amministrazione di dare risposte all’altezza delle criticità esistenti e delle sfide che abbiamo di fronte e consenta di non tradire la fiducia riposta dai cittadini nella proposta di centrosinistra per la guida di Napoli».