Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Whirlpool, altra fumata nera Nel limbo dopo ventinove mesi

La viceminist­ra Todde: il lavoro del consorzio va avanti. Il Mise continua a svolgere il ruolo di mediatore

- Paolo Picone

Vite sospese. Sono

NAPOLI quelle dei 320 lavoratori della Whirlpool di Napoli che invano da ben 29 mesi attendono una qualche soluzione sulla loro vertenza. E adesso più che mai non si riesce a fare un passo decisivo in avanti, e questo nonostante le decine di tavoli convocati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Anche il vertice convocato ieri, a cui non era invitata Whirlpool, non è stato minimament­e decisivo.

È emerso che il lavoro del consorzio che dovrebbe reindustri­alizzare il sito di via Argine sta procedendo verso la fatidica data del 15 dicembre in cui dovrebbe essere messo tutto nero su bianco e che nel frattempo si sono fatte avanti altre aziende interessat­e al nuovo progetto industrial­e. Ma di scendere nei dettagli e – cosa fondamenta­le – fare i nomi delle aziende che hanno deciso di scommetter­e su questa fabbrica e sui lavoratori, non se ne parla affatto. E anche sul fronte giudiziari­o tutto ancora tace.

È trascorsa una settimana dall’udienza al Tribunale di Napoli nella quale il giudice si è riservato di decidere sul ricorso presentato dai sindacati contro i procedimen­ti di licenziame­nto collettivo della multinazio­nale. Sentenza che tarda ad arrivare e che secondo qualche addetto ai lavori potrebbe non essere un segnale del tutto positivo per i sindacati e i lavoratori. Poi c’è la questione non di meno conto delle lettere di licenziame­nto che potrebbero essere recapitate da un giorno all’altro alle tute blu, ma che secondo fonti ben circostanz­iate sembra che per il momento non siano ancora partite da Whirlpool. Tornando alla reindustri­alizzazion­e dello stabilimen­to di Napoli, uno degli ostacoli è rappresent­ato dalla cessione del ramo d’azienda, a cui Whirlpool, è emerso ieri nel tavolo al Mise, pare non sia più disponibil­e dopo che nei termini che aveva stabilito perché ciò si realizzass­e nessuno si era fatto avanti. Però non è ancora del tutto chiaro se dopo la comparsa del consorzio, sia stato chiesto nuovamente alla multinazio­nale americana di concordare la cessione del ramo d’azienda, quanto meno con un atto formale. Tutti interrogat­ivi a cui nessuno finora ha risposto in modo esauriente. Ed il tempo scorre inesorabil­e verso la definitiva chiusura del rapporto di lavoro tra l’azienda americana ed i 320 lavoratori dello stabilimen­to partenopeo. Eppure il governo sembra convinto che si stiano facendo dei progressi.

«Il lavoro del consorzio va avanti e sono state confermate le scadenze annunciate nei vari incontri — ha sottolinea­to ieri nel corso dell’incontro sulla vertenza, la viceminist­ra dello Sviluppo Economico Alessandra Todde — il Mise continua a svolgere il suo ruolo da mediatore e manteniamo aperte le varie interlocuz­ioni con le parti. Invitalia sta facendo un lavoro importante con grande impegno». «Sono arrivate molte manifestaz­ioni di interesse — ha aggiunto Todde — non vogliamo far entrare aziende solo con l’obiettivo di assumere persone, ma stiamo scegliendo le aziende rispettand­o quello che è il progetto industrial­e nel suo complesso. Stiamo lavorando senza sosta per portare a compimento il piano su cui, ed è visibile a tutti, stiamo investendo molto».

Ma i sindacati non sembrano affatto convinti dell’azione governativ­a.

II tavolo Incontro tra governo e sindacati non risolutori­o. Si attende la sentenza

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