Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quando De Luca, da solo, lanciava l’allarme-Rdc
Per i suoi modi spicci e i toni abrasivi, oltre che per il suo irrefrenabile solipsismo, non è facile dargli ragione. In tanti, tra i suoi, preferiscono assecondarlo. Ma Vincenzo De Luca sul Reddito di cittadinanza ha avuto ragione e non ora che scopriamo che 1 percettore su 3, al Sud, non ne aveva diritto. In verità, neanche lui ha mai negato la necessità di un sussidio per i meno abbienti. Ma le modalità con le quali il Rdc è stato prima ideato e poi applicato, con tutta la schiera di navigator che si è trascinato nel naufragio, assieme alle proposte di lavoro (ma dov’è il lavoro?) da accettare, hanno suscitato più di qualche perplessità. Fino a diventare amare certezze quando le indagini hanno rivelato che tanti malavitosi risultavano beneficiari del contributo. Anche nella polemica, quasi nessuno ha mai considerato la opportunità di separare il principio (il sostegno economico a chi non ha un lavoro) dalla sua confusa elaborazione progettuale. Neanche i sindacati, per evitare di imbattersi in scomodi conflitti sociali, hanno assunto posizioni nette, eludendo il dovere di contestare decisioni governative scaturite soprattutto dal clima di propaganda dell’epoca. Eppure, De Luca ha ripetuto spesso che il paradosso del Reddito si consumava ai danni dei più bisognosi, mentre gli imprenditori balneari e della ristorazione rimanevano senza dipendenti stagionali (spesso sottopagati) anche a causa del rifiuto di chi, nel frattempo, si era consegnato alla illusoria vertigine emancipatrice del «salario senza lavoro». Secondo il presidente della Campania si sarebbe potuto finalizzare il sussidio, con un’aggiunta di 500 euro, ad attività socialmente utili, restituendo dignità agli stessi percettori. Ma non se ne è fatto nulla. Ora arrivano le tardive scuse di Luigi Di Maio dopo aver annunciato fiero dal balcone di palazzo Chigi di essere riuscito a debellare la povertà: le scuse valgono se ci si pente appena si commette un errore. Ma non si passa con tanta disinvoltura dalla rabbia demolitrice del Movimento all’attuale, frenetica mobilità delle opinioni: non bastano un saltello, ops!, e un po’ di pentimento postumo per essere convincente.