Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La lettera

Caro Cicelyn, il Madre non è proprietà privata

- Di Stefano Caldoro

Caro direttore, Edoardo Cicelyn è una persona di carattere e ha una insolita quanto caratteris­tica simpatia. Almeno cosi appare. Sono però convinto che sul museo Madre sia vittima di una visione ossessiva nel leggere i fatti. Assolutame­nte a suo merito, cosi come ad Antonio Bassolino, aver pensato e realizzato l’iniziativa sull’arte contempora­nea. Cosa diversa è pretendere di convincere o convincers­i che solo quella gestione, la prima, fosse virtuosa. E giù critiche ogni qual volta si osserva il contrario o quantomeno si analizzano fatti e circostanz­e. In questi giorni è avvenuto al malcapitat­o Vincenzo Trione che dice la sua con garbo e competenza.

Da Cicelyn sono stato attaccato con pervicacia in ogni sede, perfino nei tribunali. Mi ha accusato, con me alcuni giornalist­i e l’assessore Caterina Miraglia, di averlo diffamato. È opportuno ricordare che ci fu, per tutti, l’archiviazi­one del giudice. Anche la Cassazione confermand­o il giudizio di appello, diede torto al vecchio direttore in merito alla sua pretesa di risarcimen­to, compresa la somma di 500 mila euro, a seguito della rimozione dal vertice del Madre disposta dalla mia Giunta. In poche parole quell’atto era legittimo.

La verità è che ogni stagione ha meriti e colpe. Quella di Pierpaolo Forte e Andrea Villani, ad esempio, è stata obbligata al rispetto delle durissime regole

del patto di stabilita ma ha sicurament­e raggiunto importanti risultati dal punto di vista artistico e organizzat­ivo. Risultati importanti sono stati, poi, raggiunti nell’esperienza a guida di Laura Valente. Il buon Cicelyn faccia lo sforzo di guardare la sua esperienza alla direzione del Museo non come un campo di «privata proprietà». Il museo Madre, come ogni spazio culturale, per di più sostenuto da risorse pubbliche, deve rivolgersi ai cittadini utenti e non assicurare successo o benefici ai propri dirigenti e amministra­tori. Si vedranno i risultati anche di questa nuova fase. Nell’ attesa, buon lavoro ad Angela Tecce.

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