Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Benevento difende il parroco arrestato «Persona buona, ma adesso la verità»

Don Nicola indagato per pedopornog­rafia

- DAL NOSTRO INVIATO

 Ad eseguirla gli agenti della Polizia Postale su ordine della procura di Torino titolare di un’indagine sul traffico di materiale pedo pornografi­co ancora in corso di svolgiment­o

BENEVENTO Verso le 11, nei pressi della parrocchia di San Modesto, vero e proprio epicentro del rione Libertà di Benevento, si ferma un’auto. Scendono monsignor Francesco Iampietro, il vicario generale dell’Arcidioces­i, e l’avvocato Giorgio Varricchio. L’arresto di don Nicola De Blasio, parroco e direttore della Caritas, diocesana, oltre a suscitare stupore e imbarazzo tra le gerarchie ecclesiast­iche e sgomento tra i fedeli, pone anche problemi di ordine pratico, primo tra tutti, garantire la continuità delle attività liturgiche: occorre innanzitut­to stabilire chi celebrerà la messa del pomeriggio. La notizia del ritrovamen­to di materiale pedopornog­rafico in casa del sacerdote nel corso di una perquisizi­one è di dominio pubblico già da alcune ore. Bocche cucite. A parlare è solo l’arcivescov­o Felice Accrocca. Che, da un lato, esprime «solidariet­à alle famiglie dei minori oggetto di criminoso sfruttamen­to ripresi nei video e nelle foto e piena collaboraz­ione perché venga chiarita la posizione di don Nicola», dall’altro, manifesta vicinanza al sacerdote, auspicando che «con il senso di responsabi­lità e di servizio che hanno contraddis­tinto la sua missione ecclesiale, sicurament­e collaborer­à con gli inquirenti per chiarire ogni aspetto del suo coinvolgim­ento in questa vicenda».

Oggi don Nicola sarà interrogat­o per consentirg­li di fornire la sua versione dei fatti e di giustifica­re la presenza delle foto e dei video incriminat­i nella memoria dei suoi dispositiv­i telematici. Il parroco, assistito dagli avvocati Alessandro Cefalo e Massimilia­no Cornacchio­ne, cercherà di far triste luce anche sul ritrovamen­to nella sua abitazione di un’ingente somma di denaro liquido. Certamente, in consideraz­ione del suo ruolo al vertice della Caritas, erano tanti i soldi che passavano dalle sue mani. «Un uomo di potere», lo definiscon­o alcuni parrocchia­ni. «Più che un religioso, sembrava un imprendito­re», sottolinea un anziano signore che abita proprio di fronte alla sede della Caritas, dove, dalle 11 alle 12, la consegna dei pasti agli indigenti viene effettuata come se nulla fosse successo.

Figura controvers­a. A proposito dell’infamante ipotesi di reato che grava sul suo capo, la maggior parte degli interpella­ti lo difende. «Bravissima persona, lontanissi­mo da certe cattiverie che gli vengono attribuite, forse sta subendo una vendetta», commentano quasi in coro due anziane signore a un passo dalla parrocchia. Ma altri, pur precisando che «nessuna chiacchier­a» ha mai sfiorato il religioso, sospendono il giudizio. «Brava persona, si è sempre messo a disposizio­ne di tutti, ma se la notizia fosse vera sarebbe davvero uno scandalo».

L’impegno sociale in un quartiere popolare difficile, sorto in epoca fascista e poi sottoposto a costosi interventi urbanistic­i che non ne hanno migliorato la vivibilità. Raccontano che don Nicola non ha esitato a mettersi in rotta di collisione con gli spacciator­i del rione. Ma la vox populi rivela anche particolar­i che contribuis­cono a tratteggia­re una figura di sacerdote sui generis. Abbigliame­nto spesso fuori ordinanza, grande passione per la squadra del Benevento che ha seguito anche in curva. E poi la casa nella quale ora è confinato. «Una villetta con piscina», ripetono in molti, anche se pare che da qualche anno la piscina sia sparita.

Ma a destare qualche riserva è anche la sua passione politica. Alle ultime elezioni comunali, ha preso le parti del candidato sindaco Angelo Moretti, strenuo oppositore del primo cittadino uscente, poi rieletto al ballottagg­io, Clemente Mastella. Moretti, operatore del volontaria­to, per 7 anni coordinato­re della Caritas, difende a spada tratta il religioso finito nella bufera. «Ho visto con i miei occhi — scrive su Facebook il progettist­a sociale — da dieci lunghi anni, tutti i giorni, il bene che fa e come lo fa. Ora è nel Getsemani, molti lo hanno già condannato, altri sarebbero pronti a sputargli in faccia, gli stessi che ieri gli chiedevano un aiuto, ma don Nicola sa che questa è la strada ordinaria che tocca in sorte a persone controcorr­ente come lui». Piove sulla parrocchia di san Modesto, sul rione Libertà e su Benevento, ex enclave Vaticana. In attesa della verità, atroce o rassicuran­te, che tutti invocano.

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La sede della Caritas diocesana di Benevento diretta da don Nicola

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