Corriere del Mezzogiorno (Campania)

SPAZIO KÖRPER UN PALCO PER LA DANZA

Il centro torna rinnovato e stasera propone una performanc­e di Paola Lattanzi Grazie a una particolar­e gradinata a scomparsa con 99 posti si fa anche teatro Gennaro Cimmino: «Potenziamo formazione, produzione e programmaz­ione»

- Natascia Festa

n palcosceni­co esclusivam­ente per la danza nel centro di Napoli. Lo spazio Körper, in via Vannella Gaetani, luogo di corpi che narrano continue mutazioni, è di per sé un corpo mutante come racconta il suo fondatore, il coreografo Gennaro Cimmino: «Grazie a una gradinata telescopic­a, cioè che di giorno s’impacchett­a come una scatola e di sera si apre con tutte le sue sedute, potenziamo l’invito al pubblico con una programmaz­ione di qualità. Körper rimane un centro di formazione con la sua compagnia e le sue produzioni, ma si offre alla città sempre più come spazio performati­vo di fruizione allargata». E si parte da subito, da oggi alle 18, con Crying Out Loud. A Dolls House di Paola Lattanzi «coreografa e perfomer romana magnifica — spiega Cimmino — vincitrice nel 2015 del premio Tersicore come migliore interprete contempora­nea. Dopo i due anni di pandemia, dunque, Körper che è riconosciu­to dalla Regione Campania e dal Mic, ritorna con spazi rinnovati e un cartellone che spazia dalla coreografi­a alla performanc­e, con un mix tra artisti affermati e giovani promesse della danza campana, approdati da tempo sulla scena nazionale ed europea. A questo teniamo molto».

Scena locale e nazionale ininterno sieme visto che la pièce di stasera è targata DanceHaus di Milano. «Sì, alterniamo le proposte, basti pensare che la prossima in programma, domenica 29 maggio, sarà Silence – Music of life di Emma Cianchi, prodotto da ArtGarage di Pozzuoli». Körper ha ospitato più volte coreografi internazio­nali che hanno interagito con i danzatori campani. «Vorrei ricordare L’Ecole des Maitres di Franco Quadri, Yoshi Oida di Peter Brook, il Fringe del NapoliTeat­roFestival,

Noa Whertheim, Emio Greco e il caso di Dimitris Papaioanno­u che allestì proprio qui uno spettacolo per il Ravello Festival, coinvolgen­do i nostri giovani ballerini. Questo è certamente un modello che vorremo ripetere ora che siamo anche un palcosceni­co per la danza, un unicum in Campania che mette in campo contempora­neamente produzione, formazione e programmaz­ione. Ci poniamo in dialogo con tutti i teatri e i festival che ospitano al loro

Corpo

Crying Out Loud. A Dolls House rassegne, cartelloni e sezioni di danza: la sinergia e la connession­e sono fondamenta­li tanto più nelle arti».

Cosa racconta la performanc­e di stasera? «Crying out loud inizia dove Casa di Bambola finisce, dice la coreografa Paola Lattanzi che immagina un altrove per Nora, eroina ibseniana, ricalcando alcune immagini di Francesca Woodman e confrontan­do le due donne».

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