Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Al Trianon Titina la «magnifica», l’altra De Filippo
Nelle foto seppiate stava sempre in mezzo, tra i due fratelli, una postura che racconta tanta parte della sua vita. Titina con Eduardo a destra e Peppino a sinistra o viceversa. Titina, la sorella maggiore dei De Filippo, sempre preoccupata per quei due così diversi e così amati. Al suo talento ineguagliato di attrice, tanto drammatica quanto comica è dedicato il primo spettacolo di una minirassegna benemerita già dalla sua ideazione del Trianon-Viviani diretto da Marisa Laurito. L’eredità Scarpetta mette in cartellone Titina, appunto, l’altra De Filippo e Vincenzo, l’altro Scarpetta, il legittimo con il cognome sulla carta d’identità, raffinato musicista e grande attore sul quale si allungata fin troppo l’ombra del celeberrimo padre. Le regie delle due prime assolute affidate alla regia di uno «scarpettiano» di lungo corso come Francesco Saponaro.
«Tutti siamo debitori a questa grande famiglia di teatro — dice Marisa Laurito — legata al Trianon in maniera speciale: l’8 novembre 1911, infatti, Vincenzo Scarpetta inaugurava questo teatro elegante con Miseria e nobiltà».I
Il primo spettacolo in scena da stasera a domenica è «Titina la magnifica», che avrà il volto di Antonella Stefanucci reduce dal set romano di «L’ultimo spettacolo tratto» da un testo di Maurizio de Giovanni (Rai 1 e Palomar). La drammaturgia di Domenico Ingenito e dello stesso Saponaro è liberamente ispirata al libro «Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro» di Augusto Carloni e vedrà in scena anche Edoardo Sorgente che, prometeicamente interpreta tutti gli altri personaggi, maschili e femminili. «Dedico questa pièce a mio nonno maestro guantaio di Napoli che mi ha insegnato il rigore della cucitura e che il teatro è artigianato che va costruito nel rispetto degli attori e deve calzare su di loro come un guanto di morbidissima pelle. E lo dedico a Luca De Filippo con cui ho avuto la fortuna di collaborare riconoscendo in lui il grande uomo di cultura del Novecento che ha tenuto sulle spalle l’impresa meravigliosa di un’eredità che nasce con Scarpetta. Se non riconosciamo questo, la tradizione che è la vita che continua come diceva Eduardo, non andremo da nessuna parte. Marisa Laurito ha colto subito l’importanza di questa donna in anticipo sui tempi che ha scritto film, drammaturgie, è stata nella seconda parte della sua un’artista visiva che frequentava Cocteau e l’intellighenzia mitteleuropea anche se è stata un po’ oscurata dal suo ruolo di «cuscinetto» tra i due fratelli geni incomparabili. Come attrice è un esempio di misura e raffinatezza scenica, come donna era determinata e ne raccontiamo il privato anche di madre e moglie. Grazie agli eredi in scena avremo oggetti originali di Titina come un quadro che proviene dal suo fondo conservato alla Società di Storia Patria da cui vengono anche le foto d’epoca». Scene di Carmine De Mizio, costumi di Anna Verde, luci di Gianluca Sacco e suono di Daniele Chessa.
La settimana prossima, poi, venerdì 13 e sabato 14, alle 21, e domenica 15 maggio, alle 18, debutta «La donna è mobile», commedia parodia musicale di Vincenzo Scarpetta appena ricordato in ben due film di successo, da Eduardo Scarpetta in «Qui rido io» di Mario Martone, ruolo che gli è appena giovato un David di Donatello come miglior attore non protagonista.