Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Marina Abramovic per sette volte Callas

L’artista performer serba dal 13 al 15 al San Carlo con il suo omaggio alla divina In video con Willem Defoe le morti dei personaggi interpreta­ti dalla cantante mentre lei giacerà dal vivo su un letto. «Volevo fare qualcosa di totalmente nuovo»

- Stefano de Stefano

Una magnifica ossessione che da oltre 30 anni attraversa la mente di Marina Abramovic, la celebre artista e performer di origine serba, e che dopo varie idee e progetti - cinematogr­afici e teatrali ha trovato finalmente la sua giusta misura in «7 Deaths of Maria Callas», l’allestimen­to multimedia­le in scena al San Carlo dal 13 al 15 maggio. Tre giorni per cinque repliche legate al doppio spettacolo (ore 17 e 21) di venerdì e sabato.

Una prima italiana, quindi, dopo il debutto internazio­nale avvenuto a Monaco di Baviera il 5 settembre del 2020, in tempi di pandemia, che hanno sin qui ritardato le date napoletane all’interno di un grande sforzo produttivo che oltre al San Carlo coinvolge anche Bayerische Staatsoper, Deutsche Oper Berlin, Greek National Opera Athens, Liceu de Barcelona e Opéra National de Paris.

Ma perché un evento performati­vo dedicato proprio a Maria Callas, il più grande, iconico soprano del secondo ‘900? «È tanto tempo che desideravo creare un’opera sulla vita e l’arte di Maria Callas», ha spiegato l’artista serba in occasione del debutto in Germania. «L’ho ascoltata per la prima volta a 14 anni in radio, e ho iniziato a leggere tutte le biografie su di lei, scoprendo subito quante cose mi legassero alla sua persona, dall’oroscopo (siamo entrambe del Sagittario) al carattere, restando infine colpita dalla sua morte per amore, proprio come accadeva a tanti dei personaggi a cui aveva regalato la sua inconfondi­bile voce».

Da qui l’idea di «7 Deaths», la messa in scena che si divide in due parti. Nella prima, mentre dietro un velo Marina Abramovic giace sul letto di morte di Maria Callas, si susseguono sette video in cui l’artista interpreta gli ultimi momenti di personaggi come Violetta, Tosca, Desdemona, Cio-Cio san, Carmen, Lucia e Norma, con le parti cantate affidate rispettiva­mente a sette soprani come Selene Zanetti, Valeria Sepe, Nino Machaidze, Kristine Opolais, Annalisa Stroppa, Jessica Pratt e Roberta Mantegna, tutte vestite come Bruna, la storica governante della cantante greca.

Sette morti in altrettant­i cortometra­ggi diretti da Nabil Elderkin e narrati dall’artista stessa, in cui è presente anche l’attore americano Willem Dafoe, come origine di quelle morti, e come alter ego, nella vita reale di Maria, di Aristotele Onassis, l’armatore con cui visse un tormentato rapporto d’amore.

La seconda parte è dedicata invece alla morte della cantante al suono di una registrazi­one di «Casta diva» mentre lenzuola nere calano sulla scena.

«Ero interessat­a a fare qualcosa di totalmente nuovo conclude Marina - ed essendo l’opera un mondo con regole molto ferree, era interessan­te poterle infrangere».

La regia e le scene sono della stessa Abramovic, le musiche di Marko Nikodijevi­c e sul podio a dirigere ci sarà Yoel Gamzou.

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Star Marina Abramovic e Willem Defoe (foto di Marco Anelli)

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