Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I TRENTENNI DI MARSULLO IN CERCA D’AMORE
Vite sentimentali che stentano a ingranare, ultratrentenni che vivono come eterni ragazzini, alla ricerca del vero amore, serate goliardiche e amicizie che durano una vita, incontri fulminei di una sola sera: il tutto ben scritto, con un ritmo serrato e le battute giuste. Non c’è che dire, Marco Marsullo è il Nick Hornby italiano e stavolta fa centro con il nuovo Tutte le volte che mi sono innamorato (Feltrinelli). Per proseguire con i paragoni d’oltremanica, il suo personaggio, Cesare, sembra in qualche modo l’alter ego al maschile di Bridget Jones, la protagonista della serie cinematografica basata sui libri di Helen Fielding. Come la bionda aspirante giornalista, anche Cesare inanella una serie di insuccessi amorosi. Non è che abbia difficoltà a incontrare o rimorchiare ragazze, il fatto è che ciascuna di loro svela ben presto, praticamente al primo appuntamento, il suo «volto oscuro»: c’è chi non smette di mandare messaggi e guardare lo smartphone, c’è chi rimpiange l’ex e lo evoca in ogni momento e c’è chi si rivela fin troppo esuberante, anche in camera da letto. In questa stralunata galleria femminile, si affaccia finalmente una ragazza che sembra «avere lo stesso ritmo» del protagonista. Perché è questo ciò che conta, come a Cesare spiega bene una collega, la maestra Luisa, prossima alla pensione e tutta presa dal suo matrimonio di lunga e felice durata. Bisogna avere lo stesso passo. E danzare la vita, come fa questa sognante, sapiente amica. Questa è la bravura di Marsullo: mentre la butta sull’ironia, a volte anche sul cinico (ad esempio: le donne hanno 18 punti in comune con gli uccelli, secondo lui), spunta qualcosa di poetico, di tenero, un’immagine, un’allusione, un personaggio. Con questa sapiente miscela, Marsullo riesce a non stancare il lettore, anzi a farlo accanire e affezionare alle sue storie e agli strampalati avvenimenti che capitano ai suoi personaggi. «Per anni ho inseguito l’idea di dovermi arredare la vita invitando chiunque a entrarci», scrive. Stavolta il l’ospite d’onore è il lettore, che di sicuro in queste pagine si sentirà a casa.