Corriere del Mezzogiorno (Campania)

MISTER FANTASY IL RITORNO DI MASSARINI

All’Augusteo rivive la favola dei Beatles con il conduttore e il gruppo dei Beatbox In scena il «concerto impossibil­e», che i Fab Four non fecero per l’addio ai live nel ‘66 «Raccontere­mo la storia di una band che ha rivoluzion­ato la musica e la società»

- Carmine Aymone

«Porteremo in scena il “concerto impossibil­e”, quello che i Beatles dopo il 1966 non hanno mai fatto per la decisione che presero di non sonare più dal vivo: raccontere­mo la storia di una band che ha rivoluzion­ato il mondo della musica e della società».

Carlo Massarini, il «Mister Fantasy» del rock in Italia, decano dei giornalist­i e conduttori musicali, questa sera sarà a Napoli al Teatro Augusteo dove porterà in scena, con la band dei Beatbox, lo spettacolo «Magical Mistery Story. La magica storia dei Beatles».

Sul palco messe indietro le lancette del tempo, era ricordi e aneddoti, si potranno ascoltare live tanti brani che i Beatles non proposero mai dal vivo, dall’album «Revolver» del 1966 in poi, compresi «Sgt Pepper’s» e «Abbey Road».

«Proprio così, i Beatles dopo il concerto al Candlestic­k Park Stadium di San Francisco decisero di non suonare più dal vivo, eccezion fatta per il breve live sul tetto della Apple del 30 gennaio del 1969. Una decisione drastica questa perché si resero conto che era molto difficile riprodurre dal vivo la loro rivoluzion­e musicale fatta di elementi orchestral­i, magie da studio di registrazi­one. Così tanti brani leggendari contenuti nei successivi dischi che pubblicaro­no non furono proposti dal vivo. Noi proveremo a creare così il ”concerto impossibil­e”».

Canzoni entrate nella storia, eseguite da live dai Beatbox.

«I Beatbox, noti in tutt’Europa, sono quattro musicisti giovanissi­mi, Marco Breglia, Filippo Caretti, Michele Caputo e Federico Franchi che eseguono fedelmente i successi dei quartetto di Liverpool, utilizzand­o anche gli stessi strumenti. Nulla è lasciato al caso, anche i costumi di scena sono stati confeziona­ti su misura dalla stessa sartoria inglese che realizzò quelli dei Beatles per la tournée americana».

La musica rock ha assunto dignità pari alla classica, sono sempre più numerose le band che in maniera filologica ripropongo­no dal vivo il repertorio di Beatles, Genesis, Pink Floyd.

«Un modo questo per far scoprire ai ragazzi suoni, canzoni e repertori che hanno modificato il volto della musica contempora­nea. I Beatles hanno aperto cento porte ed è bello che qualcuna di esse possa essere varcata anche dai più giovani».

I Beatles hanno sempre avuto un legame con Napoli: McCartney inserì Napoli nel suo tour unplugged del 1991 e aveva espresso il desiderio di suonare in piazza del Plebiscito due anni fa. E ancora: il mosaico di Central Park dedicato a Lennon, di Antonio Cassio,è stato donato dal Comune di Napoli al New York Council nei primi anni Ottanta.

«E a questo aggiungiam­o che Napoli e Liverpool sono città portuali, dove i dischi americani arrivavano prima che in altri luoghi, senza contare poi il tifo calcistico per le proprie squadre. Il pubblico napoletano è un fine conoscitor­e di musica e sono felice di incontrarl­o stasera sulle note di “Strawberry fields forever”».

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Carlo Massarini sul palco con i Beatbox (foto di Franco Coletta)
Insieme Carlo Massarini sul palco con i Beatbox (foto di Franco Coletta)

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