Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cerami, installazioni digitali in dialogo con l’antichità
Rosso è il colore delle emozioni travolgenti e degli insanabili contrasti. È il sangue vivo della fertilità e la fiamma letale delle guerre infinite. Passioni a tinte forti che attraversano anche lo spazio di «Red Venus», l’ultima performance artistica di Franz Cerami, in mostra fino al 24 maggio nella sala 90 del Mann. Le istallazioni digitali dell’eclettico artista digitale partenopeo «dialogano» con le antiche opere conservate nel Museo Archeologico, inseguendo quell’ideale di bellezza femminile che però nasconde inquietudini senza tempo. Al centro della scena, l’affresco del I secolo dopo Cristo che rappresenta Marte e Venere in volo, proveniente dagli scavi di Ercolano. Il dipinto d’ispirazione mitologica è circondato da diciotto opere su carta realizzate con olio e grafite e otto lightbox retroilluminati, quasi archetipi di un’umanità proiettata nel futuro, ma in fondo animata dalle medesime angosce degli antenati. Il cuore di queste veneri improbabili pulsa, ovviamente, di luce purpurea. «”Red Venus” è caratterizzata dal colore rosso – spiega Cerami – ovvero sangue che dà vita e che la toglie, sangue che si perde nel dolore. Temi ricorrenti e purtroppo molto attuali che segnano le tappe della mia ricerca artistica e incrociano la storia delle comunità locali che accolgono le mie opere. Anche questa installazione è nata come arte pubblica itinerante con cui nel 2019 venne illuminato il campanile di piazza Carità a Marcianise, e nel 2023 animerà una nuova esposizione a Vienna». La mostra allestita al Mann prevede giovedì 18 un’ulteriore evoluzione creativa. Sarà infatti arricchita dalla proiezione di due affreschi digitali sulla volta del Salone della Meridiana. Dieci minuti di immagini in loop dedicate al tema della passione e accompagnate da una straniante colonna sonora. «Abbiamo voluto proiettare la sua creazione – ha dichiarato il direttore del Museo, Paolo Giulierini – proprio nel salone dove compare la nota iscrizione “Iaceant nisi pateant” voluta da Ferdinando IV, e riferita alle opere d’arte che si perdono se non sono esposte». Nato a Napoli nel 1963, da dieci anni Cerami insegna Retorica e Digital Storytelling dei Beni Culturali all’Università Suor Orsola Benincasa. I suoi dipinti murali digitali hanno fatto il giro del mondo, narrando con la forza di colori, luci e suoni gli umori del terzo millennio. «Queste ultime opere tornano invece idealmente a casa – confessa l’artista – perché il Mann e stato sempre il luogo privilegiato dei miei sogni».
Giulierini Abbiamo proiettato la sua creazione dove c’è l’iscrizione sulle opere d’arte che si perdono se non sono esposte