Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La «Primavera della Gaiola» tra note e parole
Una rassegna per l’area protetta
L’area marina protetta della Gaiola festeggia i venti anni dalla sua istituzione con quattro appuntamenti dedicati alla musica ed alla poesia. Il ciclo s’intitola «Primavera della Gaiola» (ingresso libero, bisogna prenotarsi, inizio sempre alle 17).
Si comincia stasera col reading «Gaiola per la pace - poesie e prose contro tutte le guerre» con Pino L’Abbate e Serena Improta, Vito Ferlotti (Handpan).
Domenica 15 ci sarà l’ensemble d’archi Alma Trio formato da Alberto Marano (violino), Marco Traverso (viola), Alessandro Parfitt (violoncello).
Terzo appuntamento il
pomeriggio di teatro con «Miti di donne» di IM/Perfetta Teatro con Roberta Misticone e Titti Nuzzolese.
Chiude il ciclo di eventi «Jazz in riva al mare» con Giulio Martino (sax) e Mauro De Leonardo (chitarra) il 28.
«Abbiamo voluto omaggiare la primavera, la vita e la bellezza con questa rassegna culturale che vuole simboleggiare la rinascita dopo ben due primavere silenziose - dice Maurizio Simeone, biologo marino e direttore dell’area marina protetta - e vorrei dedicarla alla professoressa Francesca Menna, donna coraggiosa e tenace, da poco prematuramente scomparsa».
Affidata inizialmente all’associazione Marevivo, l’area marina protetta è stata poi consegnata dalla Soprintendenza nel 2010 al Centro Studi Gaiola. Nel 2019 il ministero dell’Ambiente ha emanato un decreto cbe affida al Csi Gajola la gestione. C’è un regolamento di fruizione che prevede ingressi contingentati e orari di apertura e chiusura, nonché il divieto di balneazione nella zona A. Norme indispensabili, secondo il Csi Gaiola, a garantire la tutela dell’area, in passato teatro di vandalismi e scorribande di motoscafi e barche. Ma che negli ultimi anni sono state anche oggetto di proteste e critiche da parte di chi ritiene che non permettano ai napoletani e ai turisti di fruire in maniera adeguata del luogo. C’è chi contesta la chiusura alle 17, per esempio, e chi ritiene che il divieto di balneazione in zona A – comune peraltro a ogni area marina protetta - sia troppo restrittivo.