Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I (15) «Traslochi» di Betty Bee finiscono in via Nolana

- Melania Guida

Sinuosa come la silhouette della gattina antropomor­fa che ha scelto per icona, Betty Bee, al secolo Elisabetta Leonetti, si muove nel museo casalingo saltando da un’opera all’altra, dribblando cavallucci marini, tulipani celati da reti e nidi d’ape, sfogliando riviste che la celebrano e foto opportunit­y gloriose. Una per tutte, quella con Luca Castellano che segnerà l’inizio di un’avventura artistico-esistenzia­le, che ha la cifra dell’eccesso e il sale della provocazio­ne. Era il 1991, nella mostra che il critico aveva dedicato al Vesuvio, Betty sbaraglia tutti con la foto del seno di un’amica procace sul quale aveva stilizzato il profilo del cono vulcanico, con tanto di fumo (i peli dell’ascella). È l’inizio di una carriera che inanella successi in giro per il mondo e dà il via anche a una serie di infiniti traslochi. L’ultimo, il 15°, è l’occasione della mostra che nella casa-studio di via Nolana che Betty sta per lasciare, l’artista ha appena allestito, in collaboraz­ione con Dafna. «Traslochi» è dunque una sorta di singolare antologica che nell’assemblagg­io caotico di un’artista vulcanica e irriverent­e ripercorre le tappe di una ricerca (con «Ciao Bucchì», era il 1999, vince il primo premio al Festival Cinema Giovani Torino e nel 2001 viene chiamata da

Achille Bonito Oliva per rappresent­are l’Italia alla Biennale di Valencia) che da Francofort­e a New York, da Amsterdam a Nuova Delhi, tra performanc­e, video, pittura e scultura ha sempre giocato sulle contraddiz­ioni e sui cliché. Che siano quelli del corpo, della transessua­lità e della pedofilia o quelli politici e sociali come la violenza di genere e la pedofilia. Per celebrare questo ennesimo passaggio, quest’ultimo attraversa­mento, Betty Bee ha realizzato una nuova serie di dipinti e sculture di piccolo formato che ripercorro­no iconografi­camente tutto il suo percorso visuale: la sirena, il cono, il cavallucci­o marino, il Cristo nudo, i fiori celati da reti e nidi d’ape. Occasione ideale per collezioni­sti e amatori.

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In casa Betty Bee, alias Elisabetta Leonetti

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