Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Roberto Andò: vi racconto il mio Harold Pinter

Al Mercadante mediometra­ggio del regista, in serata «Tradimenti»

- Stefano de Stefano

«Un film per raccontare il mio Pinter e in cui ho voluto lasciare i suoi ricordi, le sue passioni, le sue lucide indignazio­ni così come me le trasmise nel corso di una visita». Roberto Andò introduce il suo documentar­io «Ritratto di Harold Pinter», un lavoro girato nel 1998 con foto di Lia Pasqualino, che verrà proiettato stasera alle 19 al Mercadante all’interno del convegno sull’autore inglese scomparso nel 2008, intitolato «Harold Pinter - La scena del potere, il potere della scena» a cura di Roberto D’Avascio, Bianca Del Villano e Annamaria Sapienza.

Dopo una performanc­e di Cristina Donadio alle 11 e due panel, il primo presieduto alle 11.15 dal critico Giulio Baffi e il secondo alle 15.30 da Iolanda Plescia dell’Università La Sapienza di Roma, si passerà quindi alla visione del film in cui Gianfranco Capitta e Roberto Canziani intervista­vano Pinter, che conduce lo spettatore fra le sue riflession­i che vanno dalle immaginazi­oni sessuali sotto i bombardame­nti alla febbre della scrittura, violenta, insopprimi­bile, ma anche al sottile rapporto con l’ebraismo, con la religione, con Samuel Beckett, con il grande cinema americano, e con gli amici. Passando attraverso il corso degli avveniment­i del suo tempo, di fronte ai quali il drammaturg­o si schiera sempre dalla parte dei diritti calpestati in ogni angolo del mondo, a partire da Nicaragua ed El Salvador.

Alle 21, poi, nella sala del Ridotto, va in scena il suo testo «Tradimenti» che debuttò a Londra nel 1978, stavolta diretto e interpreta­to dal premio Ubu Michele Sinisi al fianco di Stefano Braschi e Stefania Medri.

Un momento di «Tradimenti» di Pinter diretto da Michele Sinisi (foto Del Pia)

Al centro una relazione extraconiu­gale rivista a ritroso, in cui oltre ai due amanti c’è anche il marito di lei, nonché migliore amico di lui. Una trama apparentem­ente lineare, ma resa via via più complessa dal segreto che accomuna i tre protagonis­ti.

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In scena

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