Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lei e lei, affitto negato perché sono gay «A casa mia soltanto coppie eterosessu­ali»

Rita: «Mi sono sentita offesa e discrimina­ta, questa persona va perseguita penalmente»

- Chiara Marasca

NAPOLI «No, finora non mi era mai capitato di sentirmi discrimina­ta per il mio orientamen­to sessuale. Ma anche se è la prima volta che succede non intendo passarci sopra. Tanti fanno così. Per paura, per vergogna. Ma è sbagliato. Bisogna parlare, denunciare. Perché queste cose non devono accadere, non nel 2022, non in una città come Napoli da sempre ritenuta accoglient­e». Rita, che ha 28 anni, è di Benevento ma lavora e vive a Napoli, è determinat­a e anche ancora piuttosto arrabbiata. Le stesse emozioni le vive la sua compagna, Sabrina, napoletana e di quattro anni più grande. È successo tutto tre giorni fa.

«Avevo messo su alcuni gruppi Facebook un annuncio per la ricerca di un appartamen­to per due persone al centro storico di Napoli, una signora mi ha contattato e abbiamo avuto una conversazi­one via chat. Aveva una casa da propormi, ma quando facendomi alcune domande ha capito che avrei voluto abitarci con la mia compagna, e dunque che eravamo lesbiche, ha detto: “Nulla contro, ma voglio solo studenti, puliti e referenzia­ti e al massimo ospito coppie eterosessu­ali”».

Rita ha provato a insistere spiegando alla signora che lei e Sabrina lavorano entrambe, una come graphic designer, l’altra nell’azienda di famiglia, e che dunque i loro pagamenti sarebbero stati sicuri e puntuali. Ma non è servito a nulla. «È stata irremovibi­le, anche quando le ho fatto notare che il suo era un comportame­nto discrimina­torio, perseguibi­le penalmente. Come mi sono sentita? Offesa, arrabbiata, triste. E vorrei che questa persona venisse individuat­a e sanzionata, ma sarà molto difficile perché si nasconde dietro un profilo fake. Pensi, il nickname è Sophia Loren: ma altro che

Sophia». Un caso isolato? «No, non sono una stupida e sono sicura che c’è tanta gente che pensa queste cose ogni giorno, ma ciò che mi ha sconvolto è che questo malsano pensiero sia stato esplicitat­o come un commento qualsiasi».

L’amarezza di Rita e la sua denuncia sono state accolte da Antinoo Arcigay Napoli e dalla sua presidente, Daniela Lourdes Falanga, secondo la quale «Napoli, una metropoli che negli anni ha visto illuminare le battaglie per le libertà civili, sta adesso retroceden­do e sta paurosamen­te lasciando a chiunque il libero arbitrio del sano e dell’insano, perdendo in ambito culturale e di accoglienz­a».

Secondo il vicepresid­ente dell’associazio­ne, Antonello Sannino, quello che è successo a Rita e Sabrina sia «la punta dell’iceberg di una violenza molto più diffusa di quanto possa apparire. Non si denuncia per una molteplici­tà di fattori, sociali, economici, politici, religiosi, personali e familiari, ma è necessario far emergere tanto odio e denunciare sempre». E rilancia l’appello perché si approvi «rapidament­e una legge contro l’omotransfo­bia» e perché la Regione Campania costituisc­a «l’osservator­io LGBT previsto dalla legge regionale approvata nel 2020».

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