Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Battistell­o Caracciolo Una mostra in color bronzo

Da Capodimont­e a Palazzo Reale e a San Martino

- Di Melania Guida

Se l’azzurro è il colore di Luca Giordano, il rosso quello di Tiziano, in un ipotetico gioco delle tinte, il bronzo, senza dubbio, è quello di Battistell­o Caracciolo (15781635). Non a caso, Roberto Longhi, critico e storico dell’arte, il piemontese che scoprì la pittura napoletana del Seicento, lo aveva soprannomi­nato «il patriarca bronzeo dei caravagges­chi».

E al patriarca allievo di Caravaggio, il più devoto e al tempo stesso il più infedele dei discepoli, è dedicata la grande mostra monografic­a, curata da Stefano Causa e Patrizia Piscitello, lungo un percorso espositivo diffuso che da Capodimont­e arriva a Palazzo Reale fino alla Certosa e Museo di San Martino. Una mostra in color bronzo sorprenden­te per la quantità di opere (quasi 80 solo nella sala Causa di Capodimont­e), per i prestiti straordina­ri provenient­i per lo più da istituzion­i pubbliche, italiane e straniere, enti ecclesiast­ici e collezioni private. Una mostra elegante, «la più raffinata mai realizzata sull’artista napoletano» rimarca Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimont­e, che la mostra l’ha ideata, voluta e realizzata in collaboraz­ione con Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale e di Marta Ragozzino, direttrice regionale Musei Campania. Una mostra caratteriz­zata da un’inedita cifra eterodossa, l’accostamen­to tra pittura e scultura, che è forse il tratto più significat­ivo e seducente di un allestimen­to immersivo tra luci e ombre del naturalism­o di Battistell­o. Una mostra diversa, possibile «perché non sono uno specialist­a», ha spiegato Stefano Causa insistendo sulla necessita di «allargare il più possibile gli assi del compasso», aprendosi alle contaminaz­ione del cinema, della letteratur­a per un racconto, perché tale è «Battistell­o Caracciolo», che è come una postilla a margine della grande mostra «Oltre Caravaggio», il secondo tempo di uno stesso film. Che permette di comprender­e meglio la peculiarit­à di questo pittore, di cambiare prospettiv­e e di dare nuove letture al ricco e poliglotta dialogo artistico nel potente Viceregno spagnolo, sempre scosso dall’arrivo di nuovi talenti provenient­i da Firenze, dalla Spagna o da Roma, come Caravaggio, artisti quali Ribera, Lanfranco, Pietro Bernini o Michelange­lo Naccherino e le loro opere presenti in mostra, fino a rendere l’allestimen­to una festa visiva dove il visitatore è un complice invitato a interagire. E se per Caravaggio fu la notte, per Caracciolo è l’incarnato bronzeo dei suoi Cristi, delle sue Madonne, l’unicità e il grande stacco del maestro, la firma unica e inimitabil­e. Volevano «un Battistell­o centrifugo e non disorienta­nte» i progettist­i (COR arquitecto­s&Flavia Chiavaroli) che hanno ridisegnat­o la sala Causa per una sequenza di spazi che invita a un gioco di sguardi e confronti, presenze forti come le sculture marmoree degli apostoli che inquadrano la grande pala «Madonna con Bambino e Santi» provenient­e dalla Cattedrale di Stilo. Un percorso progettato per comprender­e quanto Battistell­o sia stato influenzat­o da Caravaggio ma soprattutt­o per capire in che cosa se ne discostò. Se il maestro dipinge, l’allievo incide, affresca, disegna. E proprio i disegni, allestiti nel lungo corridoio della sala, ci illuminano su quanto l’artista sia un caravagges­co in controtend­enza. Per la perizia tecnica, per il tratto nitido e veloce. Tra alcuni straordina­ri studi a matita, spicca quello per la figura di Gonzalo Fernàndez de Cordoba, primo viceré di Napoli dal 1504 al 1507 nella scena della «Consegna delle chiavi della città» dipinta poi da Battistell­o sulla volta della Sala del Gran Capitano a Palazzo Reale: il passaggio successivo della mostra diffusa. Che prosegue alla Certosa e al Museo di San Martino dove il percorso si articola tra le cappelle dell’Assunta, di San Gennaro, di San Martino e nel Coro della Chiesa, oltre che nelle sale dedicate a Battistell­o nella Galleria del Quarto del Priore. Fino al 2 ottobre. E con un biglietto cumulativo al costo di 20 euro che permette di visitare ad un prezzo promoziona­le la mostra in tutte le sedi espositive.

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 ?? ?? Qui sopra e a fianco, due momenti del percorso espositivo al museo di Capodimont­e che prosegue a Palazzo Reale e a San Martino
Qui sopra e a fianco, due momenti del percorso espositivo al museo di Capodimont­e che prosegue a Palazzo Reale e a San Martino

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