Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Non sputate sul dottore
Un uomo che sembra non avesse alcuna intenzione di aspettare il suo turno, tanto da aggredire prima un’infermiera, strappandole la mascherina all’urlo di «Ti devo guardare in faccia» (va’ a capire perché), per poi sputare su un’altra faccia, quella del povero dottore intervenuto in difesa della smascherata rimediando pure un cazzotto in bocca e sette giorni di prognosi (e tuttavia è rimasto in servizio, consapevole di lavorare in un ospedale sotto organico: applausi).
Racconta il medico che l’aggressore, nell’uscire di scena prima che la polizia arrivasse cogliendolo nel pieno della performance, avrebbe anche preso a calci un’ambulanza con tanto di paziente a bordo. Più che uno scatto di nervi, insomma, una tracimazione, un’esplosione di rabbia scagliata in tutte le direzioni, senza distinguo né logica: in una parola, senza motivo. Perché non c’è motivo di scatenare il terrore in un pronto soccorso (provate a immaginare il panico degli altri pazienti in rispettosa attesa e bisognosi di cure, che si trovano spettatori di un assolo simile) e tanto meno di aggredire un’infermiera e un medico che stanno facendo il loro lavoro, a meno di considerarli delle maestranze al proprio servizio.
È questo l’aspetto più intollerabile di questo genere di reato, il presupposto sui cui si fonda: la rivendicazione spocchiosa di un diritto alla precedenza, al servizio immediato, secondo la volgare mentalità del padroncino che tratta gli altri da subalterni, finanche i medici a cui affida le sue cure, e dunque li offende e li punisce corporalmente se non scattano all’ubbidienza.
Quello che più disgusta di ogni violenza è la pretesa che la precede, il pensiero meschino che l’attiva. Lo sputo che arriva prima del pugno è il bollino del disprezzo che ferisce più ancora del colpo (il dottore ha infatti dichiarato che a offenderlo maggiormente è stato lo sputo, più ancora del pugno).
A sabato prossimo.
"Violenza al Pronto soccorso È la rivendicazione spocchiosa di un diritto alla precedenza, al servizio immediato, secondo la volgare mentalità del padroncino che tratta gli altri da subalterni, finanche i medici a cui affida le sue cure, e dunque li offende e li punisce corporalmente se non scattano all’ubbidienza