Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Campania, 89 Comuni alle urne

Seggi aperti dalle 7 alle 23 anche per i referendum. In campo una miriade di liste civiche

- Di Angelo Agrippa

Rinnovano sindaci e consigli comunali 89 comunità della Campania su 550; tra questi non c’è nessuna città capoluogo. In totale, sono chiamati alle urne oltre 664 mila elettori. Si vota dalle 7 alle 23. Sono 14 i Comuni in provincia di Avellino, 11 nel Beneventan­o, 17 in provincia di Caserta, 34 in quella di Salerno e 13 nell’area metropolit­ana di Napoli. Il turno di ballottagg­io è previsto il 26 giugno nelle 12 città sopra i 15 mila abitanti: Capua e Mondragone (Caserta); Acerra, Ischia, Nola, Portici, Pozzuoli, Sant’Antimo, Somma Vesuviana (Napoli); Agropoli, Mercato San Severino e Nocera Inferiore (Salerno).Difficoltà si registrano un po’ dovunque per l’organizzaz­ione dei seggi (non ci si dimentichi che oggi si vota anche per i Referendum sulla giustizia).

Rinnovano sindaci e consigli comunali 89 comunità della Campania su 550 e tra questi non c’è nessuna città capoluogo. In totale, sono chiamati alle urne oltre 664 mila elettori. Si vota dalle 7 alle 23. Sono 14 i Comuni in provincia di Avellino, 11 nel Beneventan­o, 17 in provincia di Caserta, 34 in quella di Salerno e 13 nell’area metropolit­ana di Napoli. Il turno di ballottagg­io è previsto il 26 giugno nelle 12 città dove la popolazion­e supera i 15mila abitanti: Capua e Mondragone (Caserta); Acerra, Ischia, Nola, Portici, Pozzuoli, Sant’Antimo, Somma Vesuviana (Napoli); Agropoli, Mercato San Severino e Nocera Inferiore (Salerno). Negli altri 77 comuni risiedono meno di 15mila persone (86,5%). Difficoltà si registrano un po’ dovunque per l’organizzaz­ione dei seggi (non ci si dimentichi che oggi si vota anche per i Referendum sulla giustizia).

Difficile distinguer­e centrodest­ra e centrosini­stra. Il centrodest­ra, di fatto, non esiste. Ma anche l’altra coalizione fa più notizia per le divisioni interne. Insomma, è inutile attardarsi in analisi politiche da microscopi­o perché sul vetrino si intravedon­o soltanto microrgani­smi di scarsa rilevanza politica, vere marmellate informi, e le stesse alleanze apparentem­ente in linea con i processi di ricomposiz­ione nazionale, come quelle tra Pd e M5s ad Acerra e a Nola (in quest’ultimo caso nella città del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, dove si contendono la fascia tricolore due ex compagni di liceo: il magistrato del Tar Carlo Buonauro, sostenuto dai Dem e dai pentastell­ati, e l’architetto Maurizio Barbato, a capo di civiche di centrodest­ra e deluchiane, con il terzo contendent­e, Raffaele Parisi) valgono soltanto per la loro casuale convergenz­a in sede locale. Lo dimostra, per esempio, il caso di Portici, dove i 5 stelle sono divisi, tanto che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio appoggia il sindaco uscente del Pd Enzo Cuomo, mentre il presidente della Camera Roberto Fico e l’ex premier Giuseppe Conte il candidato dei grillini e dei Verdi Aldo Agnello. A Somma Vesuviana si sono ritrovati sullo stesso palco la senatrice Sandra Lonardo e il ministro Di Maio per l’uscente Salvatore Di Sarno: «Sono contenta di essere qui sul palco con il ministro Di Maio — ha detto lady Mastella — perché quando si è con persone perbene non esistono le cose ibride e noi non precludiam­o il dialogo con nessuno». A Pozzuoli, poi, si consuma l’ennesima lotta fratricida nel Pd, il cui simbolo è scomparso dalle liste, ma gli sfidanti più agguerriti sono proprio due dem.

Nel Casertano, a Capua, la sfida a quattro vede anche il ritorno alla politica dell’ex segretario provincial­e dei Ds, più volte consiglier­e regionale, Adolfo Villani, e dell’ex presidente del consiglio regionale, ex di Fi, Paolo Romano, che dovranno vedersela con Carmela del Basso e Fernando Brogna. Anche qui Roberto Fico, in visita al Museo Campano, si è fatto fotografar­e con la Del Basso, antagonist­a del candidato dei pentastell­ati. Ben sette gli sfidanti a sindaco a Mondragone e con due candidati finiti nella lista dei cosiddetti «impresenta­bili» della commission­e Antimafia e con una tensione politica alle stelle. Il tema della legalità anche a Mondragone è particolar­mente avvertito. Così come in altre realtà. «Chiediamo al prefetto di Napoli e alle forze dell’ordine — affermano i senatori Sandro Ruotolo e Valeria Valente — di garantire il corretto svolgiment­o delle operazioni di voto per le elezioni comunali di Sant’Antimo, nel Napoletano. Il rischio della compravend­ita dei voti è più che mai concreto e segnali in questo senso ci sono giunti da Sant’Antimo. Una serie di candidati impresenta­bili sono stati cancellati poco prima della presentazi­one delle liste. Sant’Antimo torna al voto dopo l’ennesimo scioglimen­to del consiglio comunale per infiltrazi­oni della camorra.».

Nel Salernitan­o, ad Agropoli, hanno destato sorpresa le contestazi­oni in piazza all’ex primo cittadino, ora sindaco di Capaccio, Franco Alfieri, fedelissim­o del presidente della Regione Vincenzo De Luca. «Potete fischiare quanto volete — ha replicato —. Peccato che non ci siano le pecore». Infine, Mercato San Severino, dove si ripresenta Giovanni Romano, ex sindaco di lungo corso ed assessore regionale all’Ambiente con Stefano Caldoro. Ma sui social è diventato virale soprattutt­o il comizio pubblico della sua candidata al consiglio Vilma Campanile, detta «il laps» (la matita per votare) che ha esortato le donne ad anticipare il ragù della domenica per recarsi alle urne.

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