Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nasce il Festival delle persone «Rileggere la fragilità»
Da stasera la rassegna diffusa e partecipata che chiude la stagione del Trianon In scena con la Scuola Elementare «Uno, dieci, cento, mille Pasolini» Una rete di percorsi gratuiti per adolescenti, immigrati e attori professionisti
Dalla filosofia alla scienza, dalla letteratura alle idee e molto altro ancora: di festival se ne organizzano per ogni branca del sapere umano, ma nessuno aveva mai pensato di mettere al centro il più importante «fattore», quello che tutto include e che di tutto è fine: la persona. Ci ha pensato il regista napoletano Davide Iodice che ha coniato il Teatro delle Persone, sintetizzando così il suo lungo, originale e necessario percorso di ricerca, si direbbe anzi «di servizio» per una scena del bene e benessere comune e condiviso.
Nasce così il Festival per un Teatro di prossimità, inserito nel progetto di arte e inclusione sociale che concluderà, da oggi al 21 giugno, la stagione del Trianon Viviani.
Con ingresso gratuito (fino a esaurimento posti) in scena gli esiti di un articolato e intenso processo di pedagogia, relazione, condivisione, scambio culturale che quest’anno ha coinvolto circa trecento partecipanti, tra adolescenti, ragazzi di nazionalità e cultura diverse, persone con disabilità fisica e intellettiva, allievi attori, attori professionisti, gruppi in formazione e operatori sociali.
«A partire dal territorio — spiega Iodice — si è intessuta una rete di relazioni su scala nazionale e internazionale per creare quella “comunità di destino” per una relazione d’aiuto attraverso l’arte, così importante per le fasce più svantaggiate e fragili del nostro tessuto sociale». Una rete che coinvolge il teatro Nazionale di Napoli, l’Accademia di Belle arti, il progetto the Walk, associazioni del terzo settore (come Dedalus, la Casa di Vetro, Made in Earth e Piccoli maestri di Roma), diversi distretti sanitari e comunità religiose.
«Per la prima volta — aggiunge il regista —ho pensato di testimoniare in un festival partecipato gli esiti dei tanti laboratori, compreso quello della sezione Vocazione della Scuola Elementare del teatro. Non mi sono mai piaciuti quelli che rischiano di sembrare “saggi finali”, ma dopo la pandemia c’era bisogno di festeggiare “la presenza” e dirci che sì, ce l’abbiamo fatta. Del resto la Scuola Elementare ogni anno per scarsità di sostegni è a rischio estinzione». La pandemia ci ha insegnato che siamo tutti legati da fili invisibili. «Ci siamo riscoperti fragili, il Covid è stato una livella svelando la percezione della nostra piccolezza e ha cambiato anche la percezione del diverso: diverso da chi, se siamo tutti fragili? I ragazzi con disabilità fisica e intellettiva che io definisco “speciali” in realtà sono straordinari».
Si parte oggi con La Scuola elementare del Teatro – Conservatorio popolare per le Arti della scena; alle 18,30 consegna delle borse di studio donate dalle associazioni Made in Earth e Piccoli maestri di Roma. Seguirà, alle 19, Uno, dieci, cento, mille Pasolini. Parteciperanno Giorgio Albero, Chiara Alborino, Federico Caccese, Anna Ciccarelli, Antonio Cilvelli, Luigi De Cicco, Gennaro De Fabbio, Diana De
Regista
In apertura una foto di scena di «Uno, dieci, cento, mille Pasolini» ideato da Davide Iodice qui sopra in piccolo
Stefano, Gianluca De Stefano, Chiara Di Sarno, Aliu Fofana, Viviana Gallifuoco, Francesca Maria Giunta, Vincenzo Iaquinangelo, Emma La Marca, Lana Lemberg, Mara Merullo, Ariele Pone, Annamaria Prisco, Tommaso Renzuto Iodice, Francesca Sarnataro, Antonio Senese, Giovanna Silvestri, Jurij Tognaccini, Claudia Trinchillo e Cesare Venosti.
«Ho affidato la regia ad Antonio Grimaldi — conclude Iodice — per professionalizzare il lavoro dei ragazzi, in me che li seguo da tanto, avrebbero visto una figura “paterna”. Perché Paolini? Quale parola più alta su chi non è omologato e diverso?».