Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dietetica, calorica o di stagione In ufficio è tornata la schiscetta
Con la ripresa del lavoro in presenza si recupera il rito del pranzo d’asporto I suggerimenti sulle pietanze da prediligere e sulle modalità di conservazione
Con la fine dello smart working è tornata di moda la schiscetta. C’è chi lo chiama pranzo al sacco o d’asporto e chi preferisce parlare di lunch box, ma se diciamo schiscetta, tutti sanno a cosa ci riferiamo. Il termine deriva da “schisciare”, un verbo lombardo che indica il gesto di schiacciare il cibo all’interno di un contenitore allo scopo di trasportarlo. Oggi il pranzo di lavoro è diventato sempre di più una buona occasione anche per mangiare sano, facendo attenzione alla linea e alla salute.
Preparare la schiscetta perfetta è un’arte a portata di tutti e bastano pochi accorgimenti per potersi concedere una pausa golosa anche fuori casa. Importante allora scegliere il contenitore giusto, che possa andare sia in frigo che in microonde. Molto spesso queste schiscette sono dotate anche di posate e porta salse in coordinato. Mangiare bene in ufficio significa anche non improvvisare e quindi è sbagliato aprire il frigo la mattina e prendere quello che si trova, meglio organizzare la schiscetta già dal momento della spesa, magari pianificando i pasti settimanali. Altra cosa importante è cercare di evitare gli avanzi, superando l’abitudine di portare in ufficio il cibo avanzato dal pranzo della domenica o dalla cena della sera prima. E se proprio non si può fare a meno di portarsi gli avanzi meglio prediligere quelli semplici: il petto di pollo alla piastra può diventare l’ingrediente principe di una Caesar salad golosa ma leggera, di una fresca insalata di patate o di un panino diverso dal solito. Ricordiamo sempre che la schiscetta deve essere sì leggera e veloce, ma è comunque importante che sia un pasto completo in grado di fornire al corpo tutti i nutrienti necessari a lavorare nel migliore dei modi. La pasta scaldata al microonde non è certo il massimo del gusto, ma ci sono molti modi per poterla consumare anche in ufficio senza dover rinunciare alla golosità: come la classica pasta avanzata utilizzata come frittata ripassata in padella.
Senza dimenticare che per una buona pausa pranzo esistono possibilità anche in città ed una di queste è sicuramente Cu.Qu. in vicoletto Berio, alle spalle di piazza Trieste e Trento. CuQu sta per Cucina di Quartiere ed è la scommessa di Elena Gargiulo e del suo compagno che amano offrire ai propri clienti un delivery di qualità che non appesantisce, sazia, è vario e, proprio come la cucina di casa, può essere anche preparato a richiesta, insomma ideale per chi lavora.
«Siamo partiti quattro anni fa - spiega Elena - anche se già eravamo presenti nel nostro locale, all’inizio facevamo soprattutto catering, poi visto che siamo in una zona centralissima, abbiamo pensato che fosse il luogo ideale per offrire pranzo da asporto ed infatti l’idea è stata vincente».
Al Cu.Qu. che guarda alla tradizione ma con un occhio filovegetariano, l’offerta è veramente varia, si va dall’insalata con i cereali, alla genovese, dal sartù di riso alle polpettine di quinoa, insomma qui non trovi lo street food classico ma un cibo molto igienico il tutto partendo da un menu fisso più due piatti nuovi ogni giorno.
«Cerchiamo di offrire una pausa pranzo sana ma anche gustosa – prosegue Gargiulo con ingredienti vari: pesce, carne, riso, cereali, verdure. Siamo aperti sempre a pranzo e una sera a settimana come dopo lavoro, dove è possibile trovare dallo sformato alla vellutata di zucca, poi continuiamo il servizio di catering su richiesta, prepariamo oltre cento pasti con consegne che vanno da Mergellina al Museo con il nostro corriere personale e volendo anche in piattaforma».
E se il cibo è rispettoso della stagionalità, anche i contenitori sono ecosostenibili.
«Sì certo - conclude Elena a questo ci teniamo moltissimo non potremmo mai mettere il nostro cibo in contenitori di alluminio, osserviamo il principio del rispetto per l’ambiente, che vorremmo fare anche nel vicolo dove siamo: un posto bellissimo proprio di fronte al palazzo Berio, qui ci proviamo ogni giorno, con pazienza, è complicato, certi atteggiamenti sono duri da sconfiggere, ma noi non molliamo».