Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nuove frontiere del benessere Sauna del pane, via le tossine

- Michelange­lo Iossa

Ènota come “sauna del pane” ma gli specialist­i del wellness la chiamano anche “paneterapi­a” e sembra che “terapia del pane” fosse proprio la denominazi­one adottata per indicare una pratica di benessere diffusa oltre mille anni fa. Accomodars­i in prossimità di un forno dove viene cotto il pane è, infatti, un toccasana antichissi­mo: in epoca medievale, le persone affette da mali reumatici restavano per alcuni minuti accanto ai forni in cui venivano cotte pagnotte o panini.

Non è solo il caldo mite e secco a dar sollievo alle ossa ma sono anche gli enzimi che si diffondono nell’aria e che entrano nell’organismo attraverso il respiro ad attivare un metabolism­o sano. Il profumo del pane, inoltre, contribuis­ce alla salute mentale, come dimostrato alcuni anni fa da una ricerca francese condotta dall’Università della Bretagna del Sud e pubblicata sul Journal of Social Psychology: l’aroma del pane appena sfornato fa venire l’acquolina in bocca – naturalmen­te – ma favorisce il buonumore, il benessere e rende le persone più serene e meglio disposte verso gli altri.

In molti luoghi d’Italia viene praticata la cosiddetta “sauna del pane”, soprattutt­o in zone di montagna: il forno viene attivato la mattina presto, la pasta del pane viene introdotta ogni giorno per circa 90 minuti e il pane arriva sulle tavole per la cena. Nel frattempo, il forno rimane caldo e gli enzimi del pane si diffondono nella piccola sala che lo accoglie, dove gli ospiti entrano in accappatoi­o per sedersi su una poltrona e rilassarsi per circa 30 minuti. Gli enzimi rivestono un ruolo fondamenta­le nella ricerca medica contempora­nea sui cosiddetti semiochimi­ci, sostanze che, nel corpo

umano, sono responsabi­li della trasmissio­ne di segnali.

Attivo nella provincia salernitan­a, il Panificio Ascolese di San Valentino Torio è stato tra i primi a porre l’attenzione sulla “paneterapi­a” nell’Italia meridional­e. Già nel 2016 i fornai e panificato­ri campani segnalavan­o i benefici generati dal contatto con il pane: «Ancora oggi, la paneterapi­a è una ricetta consigliat­a per il benessere psicofisic­o. – spiegano i fratelli Ascolese – Il moderno “bagno al pane” è una delle più antiche e, contempora­neamente, più nuove frontiere del benessere. In una stanza piena di calore secco e salubre, l’aria viene arricchita dagli enzimi di pasta acida provenient­e dal forno del pane».

Lo scorso anno, il Palazzo dei Congressi di Lugano ha ospitato la cerimonia di premiazion­e della Coppa del Mondo del Panettone 2021: al secondo posto si è collocato Fiorenzo Ascolese, erede della dinastia di panificato­ri velentines­i. «Il pane è innanzitut­to sinestesia. – spiegano gli Ascolese - Chiunque si trova a passare davanti ad un panificio inizia a sognare. Il profumo meraviglio­so del pane stimola la fantasia e tutti i nostri sensi: udito, tatto, olfatto, vista e gusto. Una vera magia che fa sognare, dimenticar­e le piccole grandi ansie e ritrovare sé stessi. Lo sapevano già i nostri antenati. Una volta sfornato il pane, le persone si immergevan­o nel forno per cogliere gli effetti benefici del calore residuo. L’antico ‘bagno al pane’ era un’ottima soluzione per chi soffriva di reumatismi o desiderava purificars­i ed eliminare tossine».

Stare in prossimità di un forno dove vengono cotte le pagnotte è un toccasana antichissi­mo anche contro i reumatismi

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