Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Forcella, per il raid al ristorante arrestato il figlio del boss Bosti

In manette anche altri due ragazzi, caccia a un quarto. La moto ritrovata in un garage

- Titti Beneduce

NAPOLI «Ti veniamo a sparare fino a dentro casa tua. Sappiamo dove abiti. Non denunciare niente, ché ti mettiamo una bomba nel locale e finisci di stare tranquillo»: questo si sentì dire, la sera del 15 maggio scorso, Raffaele Del Gaudio, uno dei titolari del ristirante “Butta la Pasta” di via Tribunali che cercava di soccorrere la moglie Veronica, investita da una moto fuori controllo. E il fratello Danilo, lo chef del locale, accorso per aiutarlo: «Tu cucini? E allora vai a cucinare. Tu devi stare qua dentro e ti devi stare zitto, io mi sono fatto 15 anni di carcere e non ci metto niente a chiudere il ristorante e non farti aprire domani». Meno di un mese dopo l’odioso raid contro il ristorante, i suoi titolari e i turisti intervenut­i in loro aiuto, la squadra mobile ha notificato ordinanze di custodia cautelare a tre persone: i diciannove­nni Patrizio Bosti junior, nipote dell’omonimo capoclan del Vasto e figlio del boss Ettore, e Giorgio Marasco, ora in carcere, e al ventunenne Gennaro Vitone, che è ai domiciliar­i.

È sfuggito per adesso alla cattura Luigi Capuano, di 34 anni: anche per lui il gip Leda Rossetti ha disposto la detenzione in carcere. Secondo la ricostruzi­one degli investigat­ori, Vitone guidava a tutta velocità il mezzo di cui poi ha perso il controllo, mentre gli altri hanno organizzat­o e compiuto la spedizione per recuperarl­o e tentare di evitare la denuncia.

Le indagini, coordinate dal pm Alessandra Converso, sono state rapide anche grazie alla minuziopeg­ni sa descrizion­e degli autori del raid fatta da Raffaele Del Gaudio, dai suoi fratelli e da un gruppo di turisti argentini che si trovava in quel momento in via Tribunali, un componente del quale è rimasto a sua volta ferito. Sia i titolari di Cala la Pasta sia i turisti argentini hanno tentato in tutti i modi di opporsi al prelievo della motociclet­ta ma sono stati minacciati, anche con un coltello, e picchiati. In un garage di Forcella che appartiene a un parente di Gennaro Vitone gli agenti hanno trovato una moto che potrebbe essere quella lanciata a tutta velocità.

Raffaele Del Gaudio ha accolto con gioia la notizia della svolta nelle indagini ma non nasconde la delusione per il comportame­nto dell’amministra­zione comunale: «Ringrazio i pm, la polizia, i medici del Cardarelli, che hanno salvato mia moglie. Ma non posso non sottolinea­re che tutti gli impresi dal Comune sono rimasti lettera morta, dalle telecamere alla Ztl». Gli risponde indirettam­ente il sindaco, Gaetano Manfredi: «Gli arresti rappresent­ano una risposta concreta da parte dello Stato contro chi pensa di poter agire nell’illegalità. Ringrazio, per questo, a nome di tutta la città, la magistratu­ra e le forze dell’ordine. Si tratta di un primo significat­ivo effetto del tavolo predispost­o in Prefettura per avviare - un controllo del territorio capillare e rafforzato. Sono costanti su questo i confronti con il prefetto. Sono fiducioso che il Governo garantirà al più presto le unità in più richieste per dare le risposte che i cittadini legittimam­ente chiedono per sentirsi più sicuri.

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Il ristorante in via Tribunali «Cala la Pasta» Sotto Veronica Carrasco e Raffaele Del Gaudio
Il luogo Il ristorante in via Tribunali «Cala la Pasta» Sotto Veronica Carrasco e Raffaele Del Gaudio

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