Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I navigator: il ministro Orlando ci incontri
Inavigator campani hanno ricevuto il trenta maggio in posta elettronica dall’Anpal, l’agenzia per le politiche attive sul lavoro, il nuovo contratto che dovrebbero firmare, ma con la precisazione che la Regione Campania aveva comunicato la sua indisponibilità ad utilizzarli e che dunque il contratto sarebbe stato valido solo qualora palazzo Santa Lucia avesse cambiato idea. Il che, ad oggi, non è avvenuto. Per provare a smuovere De Luca, che già alcuni anni fa, quando fu istituita la figura che avrebbe dovuto facilitare i percettori del reddito di cittadinanza a trovare una occupazione, non nascose la sua contrarietà, anche con frasi e considerazioni piuttosto sarcastiche, i navigator campani chiedono ora un incontro ad Andrea Orlando, il ministro del Lavoro, ed al Presidente di
Anpal Servizi, che è Raffaele Tangorra. «L’urgenza dell’incontro – scrivono - è dettata dal fatto che ad oggi ai collaboratori della Campania non è ancora giunta da Anpal Servizi alcuna informazione sulle attività da svolgere, né sui possibili tempi di ripresa del lavoro». Argomentano: «Dopo la stipula dei contratti, Anpal Servizi ha di fatto interrotto, in maniera unilaterale e incomprensibile, ogni forma di comunicazione verso i propri collaboratori, legati formalmente tramite un vincolo contrattuale che la stessa ritiene privo di efficacia. E senza una nuova comunicazione sull’efficacia del contratto da parte di Anpal Servizi, i navigator campani – unici in Italia restano ad oggi non operativi e privi della retribuzione. Una situazione che li pone in un inquietante limbo, oltre ad avere un carattere discriminatorio». Ad Orlando e Tangorra i navigator della Campania chiedono «una netta presa di posizione nell’affrontare il loro caso e, soprattutto, una rapida soluzione della vicenda che, ancora una volta, li pone in una posizione di diseguaglianza rispetto ai colleghi delle altre regioni». Sono 471 in Campania le persone interessate dalla vicenda, che hanno percepito dal 2019 un compenso lordo di poco più di 27.000 euro ogni dodici mesi, più circa 300 euro di quota mensile di rimborso spese. Hanno iniziato a lavorare tre anni fa, dopo aver partecipato ad un concorso e dopo un braccio di ferro che si protrasse per alcuni mesi con Vincenzo De Luca, il quale tardò a firmare la convenzione con Anpal per utilizzarli. Non per inerzia, ma per una precisa scelta dettata dalla totale sfiducia che nutriva all’epoca il presidente della Regione Campania riguardo alle potenzialità ed all’opportunità di mettere all’opera i navigator. Le cronache dell’epoca ben raccontano la vicenda che si consumò per molte settimane e durante la quale ci fu anche un lungo presidio davanti alla sede della Regione Campania da parte di un centinaio tra coloro i quali avrebbero dovuto essere assunti. Striscioni, slogan e qualche giornata di sciopero della fame scandirono in particolare la fase più dura del braccio di ferro, quella che si svolse a cavallo dell’estate. «L’Anpal – ebbe a dire De Luca a luglio 2019 – deve stabilizzare tutti i precari che ha al suo interno. Questo governo, dopo avere approvato il Decreto Dignità, fa una selezione per inserire un altro blocco di giovani attraverso contratti precari e a termine. Non stanno bene con la testa». Alcune settimane più tardi ci fu l’intesa con Anpal ed i navigator iniziarono a lavorare ed a ricevere lo stipendio. Tre anni più tardi rischiano, però, di trascorrere un’altra estate di incertezza.