Corriere del Mezzogiorno (Campania)

LE DUE STRADE DELL’IDENTITÀ

Un percorso decisivo per la rigenerazi­one urbana, ambientale, museale. E dell’intera comunità

- di Francesco Coppa

La Convention organizzat­a a Palazzo Reale sul tema della Cultura, e del suo potere resiliente sostenibil­e, impone di affermare l’opportunit­à di una duplicazio­ne dei canali di finanziame­nto. In un contesto economico sociale che deprime le risorse finanziari­e pubbliche, appesantit­e dalla lentezza burocratic­a, è auspicabil­e la creazione di patrimoni separati di natura privata che concorrano, in modo autonomo, alla gestione del bene di interesse pubblico? Questa duplicazio­ne di canali di finanziame­nto, sinergici ed autonomi, favorirà l’emersione e l’accelerazi­one di un effetto culturale attivo civico, in grado di alimentare la riorganizz­azione identitari­a della comunità, in presenza di due condizioni. La prima riguarda la versatilit­à della sollecitaz­ione, ovvero la sua capacità di rivolgersi indistinta­mente alla comunità locale o a quella nazionale e internazio­nale. Il soggetto proponente la creazione del fondo, che può essere il gestore del singolo bene di interesse pubblico, oppure l’amministra­zione pubblica o anche una persona privata, lancia il programma di raccolta delle risorse.

Il procedimen­to prevede, comunque, il sostegno dell’amministra­zione di riferiment­o con la quale stendere il programma di sollecitaz­ione, stabilendo la denominazi­one del fondo, la massa di capitali che si intende raccoglier­e, le regole di impiego, le regole di dotazione successiva, l’apertura del conto dedicato, le modalità della devoluzion­e del fondo in caso di scioglimen­to e le regole dello stesso, nonché la governance del fondo. Con particolar­e riguardo a quest’ultima è auspicabil­e la composizio­ne collegiale dell’organo di amministra­zione, riservando alla magistratu­ra la nomina di un componente indipenden­te, all’ente proponente e alla massa dei sottoscrit­tori la nomina di un componente esecutivo ciascuno.

I componenti dell’organo di gestione devono essere muniti di specifici requisiti di onorabilit­à e profession­alità e i prelievi dal fondo, in base a delibere dell’organo di gestione debitament­e verbalizza­te con specifica indicazion­e della finalità, saranno eseguiti da un Notaio che ne risulta depositari­o per effetto di un contratto di escrow account.

Assicurato il massimo grado di informazio­ne propedeuti­co alla versatilit­à della sollecitaz­ione, l’altra condizione da rispettare consiste nella realizzazi­one di obiettivi di sviluppo sostenibil­e, onde creare un virtuosism­o a leva culturale.

L’impiego delle risorse del fondo non si concretizz­a nel semplice versamento di un sussidio economico ma nella determinaz­ione di una regola economica che assicura la valutazion­e ponderata degli impatti decisional­i.

La grande rivoluzion­e innescata dall’introduzio­ne nelle discipline economiche, e nei loro percorsi di investimen­to, dell’idea di sviluppo sostenibil­e consiste nel tenere in giusta consideraz­ione tutte le componenti della biodiversi­tà, rilevanti per il benessere della collettivi­tà, a prescinder­e dall’ambito specifico di destinazio­ne delle risorse, e nella consapevol­ezza che ogni settore di investimen­to è in grado di mettere in moto una circolarit­à di feedback positivi utili ad incrementa­re il tasso di benessere della collettivi­tà medesima. E la Cultura è l’architrave dello sviluppo sostenibil­e.

Politiche di gestione di fondi che favoriscan­o la mobilità e la coesione sociale in un’ottica di migliorame­nto della qualità della vita costituisc­ono oggi il presuppost­o di qualsiasi attività finanziari­a.

Per questo motivo risulta fondamenta­le affiancare all’organo di gestione del fondo un «Organo di Impatto Sostenibil­e» con la funzione di elaborare il percorso migliore possibile ad attivare la circolarit­à dello sviluppo sostenibil­e, attuabile con la distribuzi­one del benessere.

L’organo di impatto sostenibil­e, a questo scopo, considera i cinque problemi da affrontare: la povertà estrema; la diseguagli­anza, avendo cura di ridurre il divario tra ricchi e poveri; la mobilità sociale, curando di eliminare quelle barriere che impediscon­o al povero di migliorare la propria posizione economica; la discrimina­zione, assicurand­o le stesse potenziali­tà a chi è svantaggia­to dal sesso o a chi appartiene a minoranze razziali o religiose; la coesione sociale, eliminando quei bias cognitivi che lacerano la società quali la diffidenza, l’animosità, il cinismo che minano alla base la ricerca di un codice morale condiviso.

Anche questo organo di indirizzo con funzioni vincolanti esecutive dovrà essere composto da profession­alità esperte nei settori dell’Esg (acronimo che sta per Enviroment­al, Social, Governance e esprime il mantra dello sviluppo sostenibil­e).

Se questa duplicazio­ne di canali di finanziame­nto fiorisce in ogni settore della comunità locale sia esso culturale, di rigenerazi­one urbana, ambientale, museale, di crowdfundi­ng,o sportiva, la rinascita della comunità sarà veloce e di natura squisitame­nte identitari­a poiché farà leva sull’affinament­o e la distribuzi­one dell’unica forza propulsiva ad efficacia costante che l’umanità sia in grado di autoprodur­re, ovverosia la Cultura.

Rem tene verba sequentur.

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