Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Un evento per la Napoli che mi ha sempre difeso da pregiudizi e cattiverie»

- di Carmine Aymone

«Sto vivendo un sogno,

NAPOLI fare uno spettacolo importante nella mia città. Festeggiar­e 30 anni di carriera in piazza del Plebiscito e potermi esibire sul palcosceni­co del Teatro San Carlo sono sogni che diventano realtà». È iniziato il conto alla rovescia per la duegiorni evento di Gigi D’Alessio in quella piazza che lo ha già accolto per ben tre volte: il 19 settembre del 2000: il 30 settembre del 2005 davanti a 250 mila persone e il 31 dicembre del 2014 (e nel 2008 ospite di Pino Daniele).

Dopo 30 anni la città ancora una volta risponde al suo richiamo.

«Napoli mi ha dato molto di più di quello che io ho dato ad essa. Sono fortunato, perché ho fatto della mia passione un lavoro ed aver raggiunto il sold out per la serata di venerdì a soli tre giorni dall’annuncio, mi commuove perché vuol dire che ho seminato bene e che dopo 30 anni la gente mi ama ancora».

Da piazza della Borsa, dove lei da bambino abitava con sua nonna, al Teatro San Carlo sono soltanto poche centinaia di metri in linea d’aria, eppure c’ha impiegato 30 anni per approdarci.

«Dopo aver girato il mondo, venduto più di 22 milioni di dischi, diretto negli Abbey Road Studios la London Symphony Orchestra e dopo essermi esibito su palchi prestigios­i come quello dell’Olympia di Parigi o del Radio City Music Hall di New York, mi rendo conto che il San Carlo è il teatro più importante del mondo. Da bambino, quando cercavo ingaggi per i matrimoni nella Galleria Umberto I, lo osservavo sognando ad occhi aperti un giorno di potermici esibire con il mio piano. Ad un certo punto dello show, lascerò la conduzione ad Amadeus e mi dirigerò verso il San Carlo dove, accompagna­to da un’orchestra di 32 elementi di sole donne, eseguirò Non dirgli mai».

"Se nasci qui è difficile affermarsi Raccoglier­emo fondi in favore del Santobono Pausilipon Nessun bambino dovrebbe mai soffrire Loro sono il futuro

Lo show “Uno come te. Trent’anni insieme” è stato realizzato, come lei ha sottolinea­to, grazie alla sinergia tra le istituzion­i.

«Non è stato facile, la macchina organizzat­iva è enorme, ma ho trovato negli organi preposti degli ottimi alleati. Ho fatto da cavia per il futuro, spero che gli artisti che verranno dopo di me troveranno un’organizzaz­ione più smart e semplice».

Nel corso dello spettacolo, dove peraltro riceverà anche un Premio Siae, omaggerà i grandi della città.

«Mario Merola, Totò, il maestro Carosone, poi gli amici:

Maradona, Pino Daniele e Lucio Dalla, bolognese di nascita ma napoletano d’adozione».

In un suo spettacolo non poteva mancare la solidariet­à.

«Abbiamo istituito un numero solidale, il 45592 che servirà per raccoglier­e fondi per l’Ospedale Pausilipon­Santobono per i bimbi ucraini».

Un bambino non dovrebbe mai soffrire.

«Mai, nella vita bisogna donare e io sarò sempre al fianco dei bambini. Chi è più fortunato non deve voltare la faccia. Conosco da tanti anni la Fondazione Santobono Pausilipon, ci sono stato in visita, so come lavora, l’impegno che ci mette, le cose che realizza. I bambini sono il nostro futuro, dobbiamo averne cura in un momento storico orribile come questo stritolato da pandemia e guerre che alla fine colpiscono prima di tutto loro»

zi.La sua Napoli l’ha difesa anche in tempi lontani quando era bersaglio di pregiudi

«Napoli è mammà, ma se nasci qui, affermarsi è difficile. Quando ci hanno chiamato “neomelodic­i” ci hanno ghettizzat­o, trasforman­doci in una razza a parte. A Roma se gli artisti cantano le canzoni popolari romane non li chiamano neomelodic­i. Ho faticato per scrollarmi di dosso il peso dei pregiudizi: quando le radio importanti non passavano le mie canzoni o i giornali nazionali e quelli che contano non parlavano di me. Sono stato io nel tempo a costringer­li ad interessar­si a me. Napoli mi ha sempre difeso. Nel febbraio del 2014 sono stato il primo italiano della storia — dopo Modugno, con Nel blu dipinto di blu (Volare) — a conquistar­e il primo posto della classifica World Music di Billboard tra i “top selling world music albums” con il disco “Ora”. Se ci sono riuscito è stato grazie alla mia città».

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