Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Uccisa per la ricarica della Playstation Il matricida crolla: «Le volevo bene»
L’accusa è di omicidio aggravato. Il papà: un dolore terribile, ma gli resterò vicino
NAPOLI «Le volevo bene, non avevo intenzione di ucciderla»: è crollato in Questura, davanti al pm minorile, il ragazzo di 17 anni che mercoledì sera ha ucciso a coltellate la madre adottiva, Filomena Galeone di 61 anni, in un appartamento del centro storico. Per lui il fermo è scattato nella notte con l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà (le coltellate inferte sono state sembra una trentina) e dal legame di convivenza. Per stamattina è prevista l’udienza di convalida.
L’aggressione mortale nei confronti di Filomena, psichiatra e dirigente medico in servizio all’Asl di piazza Nazionale, è avvenuta al culmine di una lite scoppiata per motivi banalissimi, mentre in casa c’erano solo madre e figlio. La donna ha rimproverato il ragazzo per una ricarica della Playstation che le sembrava troppo costosa: 100 euro. Poi ha sentito al telefono la sorella e ha continuato a commentare con lei la vicenda: questo probabilmente ha fatto scattare nel diciassettenne il raptus omicida. Erano più o meno le 20 quando si è avventato contro la madre con furia cieca, colpendola fino a finirla. Poi, sporco di sangue, è uscito più volte fuori al balcone piangendo gridando frasi non sempre comprensibili: ha parlato di un tentativo di suicidio di Filomena, poi ha detto che non voleva farle del male. Lo hanno visto (e filmato) in molti, abitanti della zona e passanti occasionali: la zona delle rampe San Giovanni Maggiore, a due passi da piazza del Gesù e dell’Università Orientale, è sempre piena di turisti e giovani frequentatori della movida.
Il ragazzo si è barricato in casa e alla polizia che gli chiedeva di aprire la porta ha risposto di non avere le chiavi; sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per forzarla. La scena che gli agenti hanno trovato all’interno è stata agghiacciante: sangue dappertutto e il corpo martoriato di Filomena riverso sul letto. È accorso il marito, anche lui medico: è un neurologo in servizio al Cto e collabora con l’Università Suor Orsola Benincasa. Alla polizia ha detto dal primo momento che, nonostante il dolore terribile, resterà vicino al figlio, adottato alcuni anni fa in Lituania, e lo sosterrà in tutti i modi. Il ragazzo è stato portato via a tarda sera e anche questa scena, purtroppo, è stata filmata con i cellulari. In molti hanno sentito il ragazzo gridare: «Adesso vado a Nisida».
Secondo le testimonianze dei vicini di casa, il diciassettenne è un ragazzo tranquillo, beneducato, mai stato protagonista di episodi di violenza. Taciturno e riservato sì, affermano: ma nessuno tra quanti lo conoscevano lo aveva mai creduto capace di una tale esplosione di violenza. Mercoledì sera i vicini avevano davvero creduto, come lui aveva detto, che la madre si fosse uccisa. L’autopsia sulla salma di Filomena si farà probabilmente domani; sabato quindi potrebbero svolgersi i funerali.
Filomena Galeone si occupava di coordinare l’Unità operativa assistenza anziani del Distretto 33. Era un dirigente medico, per la precisione una psichiatra che della cura delle patologie derivanti dall’avanzare dell’età aveva fatto la sua missione. In particolare, nel suo ambulatorio al primo piano della palazzina Asl di piazza Nazionale, curava le neuropatologie da invecchiamento e da Alzheimer. Nata nel Casertano, a Santa Maria la Fossa, nel 1961, laureata nel 1989 e specializzata in Neurologia nel 1993, dal 2004 lavorava come dirigente medico all’Asl Na 1 centro dove guidava l’unità operativa di assistenza anziani.
Il fermo Il ragazzo portato via a tarda sera e anche questa scena è stata filmata con i cellulari. In molti gli hanno sentito dire: «Adesso vado a Nisida»