Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Con il museo l’impegno di intitolare l’aeroporto di Capodichino a Caruso
Dopo la Capitale europea e quella italiana ecco la Capitale della Cultura del Mediterraneo. Sarà ospitata a rotazione da città di diverse aree e ospiterà iniziative di grande respiro e rilevanza. È il ministro per la Cultura Dario Franceschini ad annunciare la proposta rivolta ai colleghi di tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo convenuti a Napoli per la due giorni dedicata alla ricerca di radici comuni. «La nostra idea — ha spiegato ieri il ministro nell’ambito della giornata conclusiva — sarebbe di avere ogni anno una città del Mediterraneo, del Medio Oriente, dell’Africa, dell’Europa dei Balcani che diventi Capitale della Cultura del Mediterraneo. Ci stiamo ragionando, vediamo se la proposta passerà». E quando nel corso dell’incontro con la stampa gli viene chiesto se Napoli ha le carte in regola per candidarsi, il ministro ha risposto: «Napoli è un luogo di coesione e di incrocio di culture diverse. In questi due giorni Napoli ha già dimostrato di essere una grande capitale culturale, adesso definiremo regole e modalità, Ma Napoli ha tutte le carte in regola. Per il momento si è trattato di un titolo auto attribuito, ma questo incontro ha rappresentato un punto di partenza del quale in futuro non si potrà non tenere conto». Il summit per Franceschini «ha rappresentato «la prova che se si investe sulla cultura, si aiuta il dialogo e il processo di pace. Gli è stata fatta notare l’assenza della Turchia. «Non c’è una motivazione particolare — ha minimizzato il ministro — i Paesi erano quasi tutti presenti, ma non c’è sicuramente una motivazione politica».
Napoli insomma è stata la base di partenza di un percorso. «E noi — ha ribadito Franceschini siamo orgogliosi di aver aiutato questo processo che si avvia oggi (ieri, ndr). Apriamo una strada, una nuova iniziativache potremo chiamare “Processo
L’impegno, ribadito, del Ministro Dario Franceschini sulla creazione del Museo dedicato ad Enrico Caruso da realizzare, con la collaborazione del Teatro di San Carlo, nel Palazzo Reale, è una notizia buona e rassicurante. A me piace parlare di «museo diffuso» per cui non hanno nulla da temere né il «nostro» Casa Museo Enrico Caruso, né quello di Villa Bellosguardo, a Lastra a Signa, né l’altro Museo Caruso di Sorrento: sono ormai realtà, che sorgono nei «luoghi» propri del grande tenore.
In coerenza con le ripetute anticipazioni degli scorsi mesi, le tecnologie di avanguardia entrano sempre di più nei programmi di conservazione e tutela del Parco archeologico di Pompei. Sarà infatti impiegata l’intelligenza artificiale e un’infrastrutturazione robotica, dotata di braccia meccaniche, per riposizionare i frammenti di affreschi di due importanti edifici dell’antica città romana distrutta dall’eruzione del vesuvio del 79 d. C. Si tratta della domus dei Pittori, che fu colpita da una bomba nel corso della Seconda guerra mondiale, e della Schola Armaturarum, crollata nel 2010 per infiltrazioni d’acqua nel terrapieno retrostante l’edificio. Quest’ultimo episodio rappresentò il punto più basso della storia recente del sito archeologico e segnò la nascita di una nuova coscienza che avrebbe portato al riscatto
grazie ai fondi del Grande progetto Pompei.
I fondi stanziati, oltre 100 milioni di euro, hanno consentito di mettere in sicurezza la maggior parte dei fronti di scavo (i punti critici più insidiosi) e di effettuare anche una nuova campagna di scavo all’interno della regio V, in un’area di circa 1000 metri quadrati, denominata il cuneo. I nuovi scavi, realizzati sotto la direzione dell’ex direttore generale Massimo Osanna, ora a capo dei Musei d’Italia, ha permesso di rinvenire testimonianze di eccezionale valore storico e artistico. Tra le prima, figura certamente un’iscrizione che riportava la data del 24 ottobre. Secondo i primi studi rappresenterebbe la conferma di quanto già si immaginava sulla base di altri reperti. E cioè che l’eruzione del vulcano non si debba far risalire al mese di
Tuttavia un grande museo nel Palazzo Reale non è affatto «superfluo», soprattutto se riesce a recuperare i cimeli più importanti sparsi per il mondo. Questo della creazione di un grande museo a Napoli è uno degli obiettivi del lavoro e dell’impegno del Comitato Nazionale per le onoranze del grande tenore, voluto ed insediato proprio dal Ministro Franceschini. L’altro obiettivo sul quale pure, concorde il Ministro, abbiamo impegnato il sindaco Manfredi è quello di intestare ad Enrico Caruso, la cui fama ancora adesso pervade il
Da recuperare mondo intero, l’Aeroporto di Capodichino. L’annuncio del Ministro e l’impegno per centrare questi obiettivi sono il miglior viatico per celebrare il 150° anniversario della sua nascita, a Napoli alla via San Giovanniello, il 25 febbraio del 2023. Il Comitato, con gli amici del Festival Pucciniano di Torre del Lago e con i Sindaci di Lastra a Signa, Sorrento e Napoli, è già al lavoro per celebrare al meglio l’anniversario. agosto, secondo la testimonianza di Plinio il Giovane, ma dovrebbe essere posticipata di due mesi, in pieno autunno. A favore di quest’ultima datazione giocherebbero anche alcuni melograni, tipico frutto autunnale, e di bracieri che mal si concilierebbero con il caldo di agosto.
Per quanto riguarda invece il fronte artistico basti ricordare lo splendido affresco riproducente la scena principale del mito di Leda e il cigno.
Tornando all’impiego di nuove tecnologie, il robot» sarà in grado di scansionare i frammenti, riconoscerli tramite un sistema di digitalizzazione 3D e restituirgli la giusta collocazione è parte del progetto «RePAIR», acronimo di Reconstructing the past: Artificial Intelligence and Robotics meet Cultural Heritage, partito a settembre 2021, che avrà la durata complessiva di 4 anni.
Dietro alle macchine con braccia meccaniche ci sono esperti di settore che stanno lavorando nel Parco archeologico di Pompei concentrati sull’acquisizione/scansione totale dei frammenti, e degli algoritmi da utilizzare per la risoluzione del puzzle.