Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un luogo capace di unire
I mari dividono e uniscono nel corso delle loro storie, e il Mediterraneo ha di volta in volta unito e diviso, in epoche diverse: ora è più che mai il momento di stringere i vincoli di una nuova unità. Il destino d’Europa si giocherà sempre di più ad Est e a Sud, e l’Italia potrà avere un ruolo essenziale su entrambi questi fronti, se saprà ritrovare la sua spinta verso il mare, e rinnovare la sua vocazione mediterranea di punto d’equilibrio, di raccordo e di fusione.
La geopolitica non è fatta solo di eserciti e di capitali; è fatta anche di idee che si impongono, di stili di vita che attirano desideri e consensi, di modelli di civiltà pervasivi e vincenti. Anche questo è potere.
E Napoli può essere determinante in questa partita. La sua cultura non è solo il suo glorioso passato, né la città soltanto un museo: sarebbe un museo ben sgangherato e maltenuto, peraltro. Nonostante tutto, malgrado i mille problemi che incalzano da ogni parte e stringono in una morsa micidiale, l’intelligenza napoletana ha ancora in molti campi aspetti smaglianti, di grande creatività, in grado di parlare al mondo. Anzi, per una specie di enigmatico corto circuito – fa anche questo la storia – sembra quasi che tutto il male di Napoli, i demoni che inutilmente combattiamo e che non smettono di divorarla – la camorra con la sua consuetudine di violenza e di sopraffazione, lo scollamento