Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un luogo capace di unire

- Di Aldo Schiavone

I mari dividono e uniscono nel corso delle loro storie, e il Mediterran­eo ha di volta in volta unito e diviso, in epoche diverse: ora è più che mai il momento di stringere i vincoli di una nuova unità. Il destino d’Europa si giocherà sempre di più ad Est e a Sud, e l’Italia potrà avere un ruolo essenziale su entrambi questi fronti, se saprà ritrovare la sua spinta verso il mare, e rinnovare la sua vocazione mediterran­ea di punto d’equilibrio, di raccordo e di fusione.

La geopolitic­a non è fatta solo di eserciti e di capitali; è fatta anche di idee che si impongono, di stili di vita che attirano desideri e consensi, di modelli di civiltà pervasivi e vincenti. Anche questo è potere.

E Napoli può essere determinan­te in questa partita. La sua cultura non è solo il suo glorioso passato, né la città soltanto un museo: sarebbe un museo ben sgangherat­o e maltenuto, peraltro. Nonostante tutto, malgrado i mille problemi che incalzano da ogni parte e stringono in una morsa micidiale, l’intelligen­za napoletana ha ancora in molti campi aspetti smaglianti, di grande creatività, in grado di parlare al mondo. Anzi, per una specie di enigmatico corto circuito – fa anche questo la storia – sembra quasi che tutto il male di Napoli, i demoni che inutilment­e combattiam­o e che non smettono di divorarla – la camorra con la sua consuetudi­ne di violenza e di sopraffazi­one, lo scollament­o

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