Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un referendum per pochi
Il referendum (questo il suo bello) valorizza e parifica l’opinione di chiunque, dal premio Nobel a chi non ha avuto la possibilità di studiare. È per questo che il quesito su cui s’interpellano i cittadini deve riguardare temi etici e sociali di grande ampiezza: temi su cui tutti – ma proprio tutti – possono legittimamente esprimersi con un sì o con un no.
Temi come il divorzio, l’aborto, il fine vita, l’energia nucleare, l’adozione, la lotta alla discriminazione sessuale: se la «ggente» di cui tanta politica mediocre sta sempre a riempirsi la bocca (aggiungendo quasi sempre: «La ggente non è stupida») fosse chiamata a votare su questi argomenti (e in alcuni casi è successo eccome: sul divorzio, nel 1974, per esempio, votò l’87,7% degli italiani), qualcuno potrebbe onestamente affermare che il quorum non verrebbe raggiunto?
Non è poi così strano che la «ggente» (non essendo stupida) preferisca disertare le urne se le viene chiesto di votare sulla separazione delle carriere dei magistrati o la riforma del Csm (gli altri tre quesiti riguardavano – tanto per capirci – i limiti alla custodia cautelare, l’equa valutazione dei magistrati e l’abolizione della legge Severino; al che uno si domanda se i promotori del referendum pensassero di rivolgersi a un paese di giuristi). Per dire sì o no su temi così specifici e complessi bisogna aver studiato e maturato una competenza significativa. E non basta certo vedere una maratona televisiva per prendersi la responsabilità di un voto.
Al di là della quasi incomprensibilità dei quesiti di domenica scorsa, è proprio la specificità del tema in sé che lascia la «ggente» demotivata e perplessa. E non si può rimproverarla più di tanto se non compie il dovere etico (che poi è una scelta) del voto. Anche perché poi – diciamolo, – l’attimo che precede il non voto è quello in cui l’elettore, sentito l’argomento su cui dovrebbe votare, pensa: «Ma se io, che di diritto non so niente, devo votare sulla riforma del Csm o la separazione delle carriere, voi che siete alla guida del Paese, che ci state a fare?».
A sabato prossimo.
"Il pensiero dell’elettore Ma se io, che di diritto non so niente, devo votare sulla riforma del Csm o la separazione delle carriere, voi che siete alla guida del Paese, che ci state a fare?