Corriere del Mezzogiorno (Campania)
In via Toledo le piante mutanti di Chernobyl
In mostra alla Spot home gallery le «radiografie» delle specie che hanno battuto l’atomo
La vita oltre l’esplosione atomica. Alcune piante hanno ripreso a crescere nella zona interdetta di Chernobyl. Hanno modificato se stesse, sono mutate e si sono adattate diventando uniche e commoventi. Soprattutto vivono, impregnate di radioattività, ma sono là mostrando al mondo la loro bellezza e portando un messaggio di sopravvivenza a chi le guarda. Alle pareti della Spot home gallery di Cristina Ferraiuolo, trentasei opere, rayogrammi per la precisione, compongono il percorso sorprendente di Chernobyl Herbarium, un progetto della francese Anaïs Tondeur.
Premessa: la rayografia è una tecnica inventata da Man Ray, il cui risultato è molto simile a una radiografia. «Espongo una parte dell’erbario rayografico — racconta l’artista — tramite il quale cerco di svelare, attraverso il supporto stesso delle fotografie, le stigmate dell’esplosione nucleare sui corpi delle piante di Chernobyl. Il percorso si compone di un rayogramma per ogni anno dall’esplosione, generati dall’impronta diretta su lastre fotosensibili di specie vegetali cresciute nei terreni radioattivi della Zona di Esclusione». L’obiettivo è «creare uno spazio in cui le piante possano avere voce, o almeno presenza. In questa ricerca ho incrociato la traiettoria del filosofo Michael Marder, autore di Plant Thinking, anch’egli contaminato dall’esplosione del reattore nel 1986. Insieme stiamo cercando di simbolizzare, per quanto impensabile e irrappresentabile, l’evento e la
Anaïs Tondeur, classe 1985, è nata e vive a Parigi.
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